Anche in tempi difficili come i nostri, Natale è un momento in cui le tensioni si stemperano e le persone, almeno per un paio di giorni, smettono di correre e di affannarsi. In questo clima di relax, in cui finalmente si prova a condividere del tempo con i propri cari, perché non lasciare un po’ di spazio per la fantasia e la creatività? Perché non provare a tornare un po’ tutti bambini leggendo magari una bella fiaba, che sia diversa dalle solite a cui siamo abituati fin da piccoli?

È quello che ci consente di fare "Fiabe finlandesi” (Iperborea, 2021, pp.254), agile volumetto che ci propone il meglio della tradizione popolare della Finlandia nella traduzione di Giorgia Ferrari e Sanna Maria Martin.

Il libro è un’occasione per volare sulle ali della fantasia e per conoscere un popolo, una terra e una cultura che all’interno del panorama nordico ricopre un ruolo particolare e presenta una identità ben specifica. Entrare in contatto con il mondo finlandese significa, infatti, scoprire l’universo ugrofinnico, un universo che già a partire della lingua ha poco a che fare con i Paesi scandinavi con cui pure la Finlandia confina. Allo stesso tempo questa nazione non è un’isola separata da tutto ciò che la circonda. È stata e continua a essere punto di incontro tra Occidente e Oriente, tra cultura occidentale e mondo russo. E questo essere crogiuolo di tradizioni diverse si riflette sul folklore e le tradizioni popolari della Finlandia, prime fra tutte le fiabe che nel libro vengono presentate nella trascrizione che ne ha fatto lo scrittore Eero Salmelainen a metà Ottocento.

La copertina del libro
La copertina del libro
La copertina del libro

Una trascrizione che si presenta con uno stile diretto, conciso, venato di ironia e con la freschezza del canto popolare.

A fare da sfondo alle favole naturalmente sono foreste, laghi, isole, ghiaccio, cioè quel paesaggio che il popolo finlandese ha sempre avuto negli occhi. Su questo palcoscenico dominato dalla natura una figura tipica della favolistica come la matrigna cattiva può spedire la figliastra a Hiisi, dimora di spiriti maligni tipici del folklore finlandese, come totalmente autoctoni sono anche i vetehiset, le divinità lacustri con cui deve vedersela un giovane che con il poco che ha va a cercar fortuna. In una natura onnipresente, di cui sono gli sciamani a custodire i segreti, gli animali della foresta parlano, aiutano gli esseri umani e tirano scherzi, e la neve porta le tracce di un viavai di slitte, di sci e di navi portentose capaci di solcare anche la terra. Il mare, invece, può essere attraversato da ponti spuntati d’incanto e nel cielo si viaggia a dorso d’aquila o di gabbiano.

Un dato comune è che nelle fiabe finlandesi i protagonisti non stanno mai fermi. Vagano tutti e tutti sono in cerca di qualcosa: Ilmarinen, il fabbro che vive da sempre, va a maritarsi, due ragazzi cercano i loro sette fratelli tramutati in cigni, Lippo, partito per la caccia, ritrova casa dopo anni grazie al figlio, che darà inizio alla storia della Lapponia. E c’è perfino chi cerca, e trova, la via che porta i finlandesi alla felicità perché se non si è felici e contenti nel finale di una favola, quando allora lo si può essere?

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