I diversi linguaggi dell'arte contemporanea - pittura, scultura, fotografia, video, installazione – in una mostra volta a restituire ad una dimensione poetica la società attuale in trasformazione, seguendo le tracce lasciate dall'uomo nelle città, sul territorio, le forme di paesaggio che l'azione umana genera, gli oggetti che perdono la mera funzione pratica per acquisire il valore di testimonianza del percorso di un'esistenza

Il Palazzo del Quirinale a Roma ospita, dal 24 ottobre al 17 dicembre, "Da io a noi: la città senza confini", prima volta nella prestigiosa sede di una rassegna dedicata all'arte contemporanea.

"Questo evento espositivo - afferma Federica Galloni, Direttore Generale Arte e Architettura Contemporanee e Periferie Urbane, che ha promosso la rassegna - è un progetto ambizioso con molteplici obiettivi: da una parte restituire, attraverso una selezione di opere, un panorama artistico d’eccellenza che racconti le varie interpretazioni del tema, e poi consigliare al cittadino con messaggi visivi, sonori o tattili un maggiore rispetto per sé, per l’altro e per lo spazio che viviamo, rafforzando la fiducia nelle istituzioni".

Flavio Favelli, Firenze, 1967
Flavio Favelli, Firenze, 1967
Flavio Favelli, Firenze, 1967

Allestite nei 10 saloni storici degli Appartamenti di Alessandro VII Chigi, le opere di 22 artisti italiani e internazionali, comunque innamorati del nostro Paese: Lara Almarcegui, Rosa Barba, Botto & Bruno, Maurizio Cattelan, Gianluca e Massimiliano De Serio, Jimmie Durham, Lara Favaretto, Flavio Favelli, Claire Fontaine, Alberto Garutti, Mona Hatoum, Alfredo Jaar, Francesco Jodice, Adrian Paci, Diego Perrone, Alessandro Piangiamore, Eugenio Tibaldi, Grazia Toderi, Vedovamazzei, Luca Vitone, Sislej Xhafa, Tobias Zielony.

"La scelta delle opere, realizzata insieme agli artisti - ricorda la curatrice Anna Mattirolo - è stata ispirata dalla capacità di ciascuna di trasmettere con immediatezza ai visitatori il tema in un percorso unico nel suo genere, che crea un corto circuito tra gli ambienti fastosi del passato e la percezione del presente".

Claire Fontaine, collettivo fondato a Parigi nel 2004
Claire Fontaine, collettivo fondato a Parigi nel 2004
Claire Fontaine, collettivo fondato a Parigi nel 2004

Al centro della considerazione degli artisti è, infatti, un doppio sguardo che oscilla dalla condizione individuale a quella collettiva, restituendo un immaginario visibile attinto da storie e vissuti invisibili: narrazioni che si sviluppano nel contesto di periferie avvertite come luoghi senza confini, labirintici e in continuo mutamento nelle quali le persone tratteggiano il loro difficoltoso percorso di conquista di una propria, a volte trasformata, identità.

Adrian Paci, Scutari, 1969
Adrian Paci, Scutari, 1969
Adrian Paci, Scutari, 1969

La pubblicazione che affianca la mostra contiene testi di Federica Galloni, Anna Mattirolo, Luca Molinari, Chiara Parisi, Andrea Segre, Cristina Mazzantini che ne ha curato l'allestimento.

La mostra è promossa dalla Direzione Generale Arte e Architettura Contemporanee e Periferie Urbane del Ministero dei beni e delle attività culturali e del turismo e dal Segretariato Generale della Presidenza della Repubblica.

(Redazione Online/v.l.)
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