Padre e figlio con lo zaino in spalla. È l'immagine che dà avvio a questo romanzo. Davanti a loro, uno scenario apocalittico: una strada deserta, polvere e cenere ovunque, tronchi carbonizzati senza rami, praterie livide e desolate.

Anche la città si mostra ai loro occhi completamente bruciata. Nessun segno di vita, solo loro due e delle impronte fossili nel fango secco. Entrambi continuano a camminare in quelle strade desolate, mentre un freddo rigido, porta il padre a stringere, ogni notte, con forza il suo bambino e a contarne i fragili respiri.

Il figlio che chiede al padre: "Cosa faresti se io morissi?". E lui che gli risponde: "Se tu morissi vorrei morire anch'io [...]per poter stare con te".

I due vagano in cerca di cibo, spingendo un carrello della spesa. L'uomo, di cui non viene riportato il nome, è divenuto diffidente anche nei confronti dei sogni, perché in quello scenario arido che riduce tutto in cenere, anche la speranza appare un richiamo languido della morte. Ogni tanto, la sogna ancora, lei, sua moglie, ma poi il ricordo sbiadisce all'improvviso. I rimorsi lo attanagliano, avrebbe voluto farla tornare nelle loro vite anche se non sa come. Lei l'ha lasciato, solo con il bambino, e prima di andare gli ha concesso soltanto un freddo commiato: "Il mio cuore si è spezzato la notte che è nato lui, quindi adesso non chiedermi di provare dolore. Non ne provo. Magari tu te la caverai bene. Ne dubito, ma non si sa mai [...] Dargli il soffio della vita e convincerlo a proseguire con parole d'amore. Offrirgli ogni minima briciola e proteggerlo dal male con il proprio corpo. Quanto a me, spero solo di raggiungere il nulla eterno, e lo spero con tutto il cuore".

La copertina del libro
La copertina del libro
La copertina del libro

Dopo l'abbandono della moglie, resta solo lui a occuparsi del figlio; si preoccupa di scaldarlo nelle notti gelide e lo consola nei momenti di disperazione: "Non te ne andare, disse il bambino. Certo che non me ne vado. Neanche per cinque minuti. No. Resto sempre qui. Ok. Ok, papà [...] [...] Manterrò la promessa, disse piano. Non ti ci mando da solo, nelle tenebre. Per niente al mondo".

IL ROMANZO - "La strada" è un romanzo di Cormac McCarthy, edito da Giulio Einaudi Editore e vincitore del premio Pulitzer, nel 2007. Un romanzo dallo scenario arido e crudo come i suoi paesaggi, ma allo stesso tempo profondo e commovente. Un padre che si prende cura del figlio, che lo protegge dai pericoli e che ricopre anche il vuoto lasciato da una madre abbandonica. Un'inversione dei ruoli, rispetto allo stereotipo dell'accudimento solitamente associato alla figura materna, e che ci rimanda alla domanda: quanto è importante la funzione del padre, nella crescita dei figli? Nella società passata, il padre costituiva un terzo nella relazione madre-figlio, ed era emblema di autorità o mezzo di sostentamento economico della famiglia. Le trasformazioni socio-culturali, i nuovi modelli familiari, la doppia carriera di entrambi i partner e la divisione dei compiti domestici e di cura, ha portato a un rinnovamento dell'immagine paterna, la quale da periferica è passata ad assumere sempre più centralità. Il padre oggigiorno è diventato maggiormente partecipe nella vita dei figli, rispetto al passato, contribuendo in questo modo allo sviluppo socio-emotivo dei bambini, e adempiendo a una funzione di supporto, di forza e d'incoraggiamento verso l'esplorazione dell'ambiente esterno. Una funzione preziosa e ben delineata nelle pagine di questo libro, in quanto la strada diviene metafora di un processo evolutivo, in cui un padre accompagna amorevolmente suo figlio verso la scoperta e la crescita. E come ci restituisce il senso del romanzo, la paternità rappresenta un'esperienza pregnante nella vita affettiva dei figli, che si consolida in un autentico legame di attaccamento che li accompagnerà in tutte le tappe di questa simbolica strada, che è la vita.
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