Una lontana gita scolastica, un’intera classe di un liceo della Milano bene in trasferta a Siena nel 1978. Troppo alcol, scherzi pesanti e la tragedia. Poi il tempo riprende a scorrere, ma rimane un groviglio di legami, dolori e rancori che conduce diritto alla Milano dei nostri giorni. L’ispettore Dario Miranda si trova a indagare sul ritrovamento della mano di una ragazza in un parco della periferia milanese. Altri frammenti di cadaveri spuntano sia in quell’angolo verde, sia in altre zone della città. Osteggiato da un superiore con cui ha avuto scontri in passato, sostenuto nell’ombra da una PM brillante e affascinante, complici i colleghi del commissariato di periferia che è la sua base, Miranda unisce i puntini e gli indizi, non lasciandosi scoraggiare dall’arroganza della Milano altoborghese in cui si addentra. E non ha paura di ricercare una verità nascosta per troppo tempo.

Thriller robusto e sorprendente, “Testimone la notte” (Bompiani, 2022, pp. 674, anche e-book) rappresenta il ritorno sulla scena a due anni di distanza dal successo di “Anime trasparenti” del personaggio di Dario Miranda.

Al suo creatore, il giornalista e romanziere Daniele Bresciani, chiediamo come prima come definirebbe il suo protagonista:

“L’ispettore Dario Miranda è un poliziotto. E potremmo chiuderla così. Nel senso che ama il suo lavoro, gli piace unire i puntini e arrivare al disegno finale. È un uomo ruvido, ma non disilluso. A volte scorbutico, ma non amaro. Ed è dotato di una profonda umanità. Ha una grande passione per gli spazi verdi, che si va a cercare in una città come Milano che, almeno in apparenza, verde non è, e per gli animali che in quei luoghi vivono. Frequenta i parchi milanesi ogni volta che può, a volte dotato di visore notturno per osservarne la fauna: sono i momenti in cui ritrova la calma e la concentrazione. Ed è proprio da una sua escursione mattutina in un parco, sulle tracce di qualcuno che piazza tagliole per catturare le volpi, che prende il via l’indagine di Testimone la notte”.

La copertina del libro
La copertina del libro
La copertina del libro

Come poliziotto come lo potremmo definire?

“Un poliziotto con un senso della giustizia che prevale su ogni cosa. A volte anche sulla legge. Questo lo spinge ad agire senza pensare alle conseguenze delle proprie azioni e in alcune occasioni lo mette in contrasto con i superiori: proprio per una lite violenta con un collega è stato confinato in un commissariato di periferia. Allo stesso modo però è leale con i colleghi con cui lavora oggi, il sovrintendente Rizzo, suo vecchio compagno di stanza, e la nuova arrivata, l’agente Andrea Brunner.”

In che modo si confronta con l'ambiente alto-borghese in cui indaga?

“Miranda capisce presto che gli omicidi su cui indaga, due ragazze e un ragazzo, tutti di giovani della Milano bene, hanno un filo che li unisce. I padri delle vittime hanno infatti frequentato in passato una scuola privata allora solo maschile e oggi mista, ma sempre prediletta dalle famiglie più abbienti. E con il passare dei giorni si rende conto che per capire quello che è successo occorre scavare nel passato, fino ad arrivare a una gita di classe degli anni Settanta del Novecento, durante la quale è successa una tragedia tenuta ben nascosta. I protagonisti di quell’atto oggi sono professionisti affermati: un notaio, un imprenditore, un agente di borsa. E quello che li lega va oltre l’amicizia: è un voto di silenzio. Miranda dovrà violare quel silenzio e per farlo si avvale dell’aiuto non solo dei colleghi, ma anche di qualche personaggio al confine della legalità.”

Quanto è importante per lui la squadra con cui lavora?

“Miranda, pur essendo il più alto in grado, non si sente ‘il capo’ della squadra che collabora con lui nell’indagine. Ne fa parte. Tutti danno il proprio contributo, a volte prendendosi qualche rischio personale. Oltre ai colleghi Rizzo e Brunner, e al Vertebra, tecnico della Scientifica che si è beccato questo soprannome per i suoi immancabili mal di schiena, uno dei protagonisti della storia è Gianni Losi, tecnico informatico e hacker buono, capace di scavare negli angoli meno conosciuti della Rete. Senza dimenticare Luca Berni, medico che aveva già fatto la sua apparizione nella precedente avventura di Miranda, Anime trasparenti, e tre latinos di una pandilla, una gang, che vengono utilizzati per i lavori più sporchi. Chiudendo un occhio se si lasciano scappare qualche sberla di troppo con chi se lo merita.”

Come mai la scelta di incentrare il libro su tanti dialoghi?

“Il dialogo mi piace, sia come lettore che come autore. I dialoghi sono protagonisti di buona parte delle nostre giornate: al lavoro, in famiglia, con gli amici. C’è chi va anche oltre e parla nel sonno... Al di là delle battute, credo che i dialoghi diano ritmo alla pagina, così preferisco che quello che voglio dire io lo dicano i protagonisti della storia. E così, se succede che una battuta non piaccia o una posizione non venga condivisa da chi legge, posso sempre scaricare la colpa su Miranda o i suoi amici, no?”

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