Il nuraghe Sirai di Carbonia diventa un tassello fondamentale di Sardegna verso l’Unesco, cioè il programma finalizzato a portare i monumenti della civiltà nuragica all’interno della World heritage list del patrimonio universale dall’Unesco.

La specificità del nuraghe che sorge ai piedi del pianoro di Monte Sirai (dove esiste la cittadella fenicio punica) è emersa nel corso del convegno ospitato dalla nuova sede coworking della Grande miniera, introdotto da Ennio Filigheddu, socio e referente di “Sardegna verso l’Unesco” e diretto dall’archeologa e direttrice scientifica degli scavi al nuraghe da oltre venti anni Carla Perra. Le attività al nuraghe avvengono su concessione del Ministero ai beni culturali ma il sito è comunale.

Come ha spiegato l’archeologa, il nuraghe Sirai «è esempio di integrazione fra la civiltà nuragica e quella fenicia: è un sito pluristratificato la cui fase più antica risale al quattordicesimo secolo». Poi sono emerse le testimonianze del villaggio con la muraglia, quindi l’età del Ferro secondo, settimo secolo avanti Cristo, con le fortificazioni orientali e il villaggio interno con l’intreccio dell’architettura nuragica e fenicia.

«Il nuraghe Sirai è altresì importante per essere stato un sito produttivo fortificato decentrato dalla vicina Sulki e monte Sirai», ha sottolineato l’archeologa la quale ha poi voluto rimarcare fra le varie cose come «esista un’importante classificazione delle ceramiche».

Lo studio del sito va avanti dal 1998 e, anno dopo anno, il Comune sta riuscendo ad elevarne sempre più la qualità della fruibilità.

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