La fedele ricostruzione degli ambienti, il fascino delle tradizioni popolari e un pezzo unico, il famoso martello della Femina Agabbadòra: così il Museo etnografico Galluras stupisce i tanti visitatori e gli studiosi da ogni angolo del mondo che anche quest’anno stanno varcando le porte del bel palazzotto in granito di fine ‘700, al centro del borgo di Luras. Un patrimonio indiscutibile di oggetti  e storie che proprio in questi giorni ha passato i confini dell’Isola per volare alle Canarie, in occasione  del XVII Congresso di Antropologia dell'Associazione Statale Spagnola di Antropologia (ASAEE). L’importante e denso convegno, dal titolo "Antropologie Impegnate", ha visto il Museo gallurese - fondato e guidato da Pier Giacomo Pala -  tra i protagonisti del simposio “Multivocalità, diversità e cambiamento sociale nei progetti curatoriali del patrimonio immateriale.

Il ruolo dei musei etnografici in un contesto in evoluzione” nel quale la ricercatrice dell’Università Internazionale della Catalunya, Lara Corona, lo ha presentato come  case study ponendolo al centro dell’ intervento “Decolonizzare le narrazioni: la multivocalità nel patrimonio immateriale al Museo Galluras”.  La ricercatrice ha evidenziato come il Museo della Femina Aggabadòra  sia esempio “che integra voci locali e tradizioni intangibili, attraverso contributi di storia orale e ricreazione di spazi tradizionali, ma allo stesso tempo impieghi strumenti tecnologici come i codici QR multilingue” tra i primi musei etnografici in Italia “per migliorare l'accessibilità, workshop su artigianato e narrazione per favorire il coinvolgimento intergenerazionale”.

Lo studio, inoltre, ha sottolineato “il ruolo del museo nel promuovere la sostenibilità culturale e la coesione sociale attraverso il coinvolgimento della comunità”. L’ennesimo importante traguardo per la creatura di Pier Giacomo Pala, curatore che ha riscosso molta curiosità tra gli studiosi riuniti a La Laguna, in particolare per la passione per il collezionismo degli oggetti della tradizione, una passione coltivata fin da bambino. “Per me è un grande motivo di orgoglio che l' Italia sia stata rappresentata da un museo sardo e privato – le parole del fondatore del Museo etnografico di Luras - Un valore aggiunto per i tanti visitatori stranieri che arrivano da varie parti del mondo possono usufruire, tramite l'applicazione audio QR code, del servizio di visita guidata, oltre all' italiano, in lingua inglese, francese, tedesco, spagnolo, catalano e arabo. "

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