Sono giovanissimi e molto dark, nell'aspetto ma soprattutto nell'anima, e secondo una ricerca della prestigiosa rivista British Journal of Clinical Psychology il pericolo che ricorrano ad atti di autolesionismo o persino alla tentazione suicida sarebbe talmente elevato da rendere necessari servizi sanitari mirati.

Lo studio britannico ha coinvolto oltre 6mila ventenni che si identificano come "goth" o "emo" - ovvero quelle subculture alternative che hanno precedenti come quelle punk e metal - rilevandone una fragilità psicologica superiore rispetto ai loro coetanei. Tanto da far dire agli autori della ricerca che sarebbe necessario un sostegno specialistico per questi gruppi di giovani.

Anche perché ai dati raccolti sono stati aggiunti quelli di precedenti lavori condotti nell'arco degli ultimi 25 anni, quando appunto nasceva la cultura 'dark', per arrivare a un quadro più chiaro possibile di come le sottoculture goth, emo o metal e l'autolesionismo possano essere collegati.

Fra le cause emerse dalla ricerca - un lavoro congiunto delle Università di Manchester, Liverpool e del Central Lancashire - ci potrebbero essere gli atteggiamenti di vittimizzazione tipici tra questi ragazzi, l'esposizione a reati di odio e il fatto che questi gruppi raccolgano tradizionalmente persone inclini alla depressione.

"Questa ricerca non dimostra solo che esiste una chiara correlazione fra questa moda e la depressione - dice Peter Taylor, uno degli autori - ma segnala la necessità concreta di intervenire per ridurre il pericolo. Non sto dicendo che se qualcuno entra in uno studio medico indossando una felpa nera debba automaticamente essere considerato a rischio, ma che la cultura con cui questi ragazzi si identificano potrebbe contribuire a far parte di un quadro problematico più ampio".

(Unioneonline/b.m.)
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