"Arrivano i Paparazzi!", in mostra a Torino gli scatti rubati dalla Dolce Vita a oggi
Dal 13 settembre 2017 al 7 gennaio 2018 al Centro Italiano per la Fotografia CAMERA di Torino va in scena l'epoca d'oro dei paparazzi, i "ladri" di scatti a celebrities e protagonisti della vita internazionale dagli anni '50 a oggi.
"C’è la Via Veneto degli anni Sessanta, con la sua incredibile fauna, ma ci sono anche figure come Brigitte Bardot, Jackie Kennedy Onassis, Lady D e Silvio Berlusconi, "paparazzati" in situazioni private che, forse, avrebbero preferito non veder messe in piazza", anticipa il direttore del centro torinese Walter Guadagnini.
Un percorso visivo alla scoperta della cosiddetta "fotografia rubata", esplosa a Roma in concomitanza con gli anni migliori del nostro cinema e che ha per protagonisti fotografi come Tazio Secchiaroli, Marcello Geppetti, Elio Sorci, Lino Nanni, Ezio Vitale e altri ancora.
Immagini che sono diventate icone e hanno contribuito a creare il mito di personaggi come Anita Ekberg, Ava Gardner, Federico Fellini, Walter Chiari, Richard Burton e Liz Taylor, fino ad arrivare ai divi dei giorni nostri, o ai protagonisti della cronaca rosa, della moda, della politica e dello sport, "pizzicati" in momenti privati, con un taglio che via via si fa sempre più scabroso e irriverente.
Esemplare in questo senso, a riprova di quanto sia cambiata la figura del paparazzo, è la vicenda di Jackie Kennedy, sorpresa a passeggiare per New York negli anni '70 dal fotografo Ron Galella e poi preda di una serie di "agguati" che la mostrano completamente senza veli, suscitando l'indignazione generale, ma anche la morbosa curiosità dei lettori della stampa scandalistica.
Così come Lady Diana, seguita passo passo in ogni momento pubblico e privato, dal fidanzamento con Carlo d'Inghilterra alle visite negli ex campi minati jugoslavi, e persino negli ultimi istanti di vita sotto al tunnel dell'Alma, come ha ricordato con amarezza proprio ieri il figlio Harry.
"Il cambiamento radicale nella comunicazione avvenuto con l’avvento del digitale muta ancora una volta il panorama di questo "genere"; allo stesso tempo si modificano anche i soggetti sul palcoscenico della realtà, poiché non sono più tanto gli attori a catalizzare l'attenzione dei fotografi, ma le figure del potere, politico e non solo", spiega il curatore della mostra Francesco Zanot.
E l'esposizione si conclude con un ampio progetto di Armin Linke - tra i protagonisti della fotografia contemporanea - che ha lavorato sull’archivio di Corrado Calvo, moderno paparazzo reso celebre dalle sue istantanee sulle vacanze di Berlusconi: un lavoro che riflette sul senso di una professione e di un atteggiamento controverso e insieme affascinante.
(Redazione Online/b.m)