È il luogo di Emilio Lussu. Il luogo di nascita e della prima formazione politica in cui conosce "gli ultimi avanzi di una comunità patriarcale, senza classi e senza stato". Emilio rivive nella sua Armungia con tante memorie tangibili (a partire dal museo). E ora anche con lo spettacolo messo in scena nel cortile della casa in cui è nato, nel rione Cannedu, a cui il nipote Tommaso e la compagna Barbara hanno dato nuova vita.

In quello spazio carico di ricordi adagiati sul presente e proiettati nel futuro, Pietro, fratello di Tommaso, pianista che percorre i territori del jazz, e l'attore e performer Felice Montervino propongono, sabato 14 settembre alle 18.30, "Un anno sull'Altipiano. In guerra qualche volta abbiamo anche cantato". Parole e musica che si fondono per ricomporre la trama del libro in cui il Cavaliere dei Rossomori racconta l’orrore della Prima Guerra Mondiale vissuto in prima linea accanto ai fanti della Brigata Sassari.

Lussu continua a essere un testimone di quel conflitto: «Io ho dimenticato molte cose della guerra, ma non dimenticherò mai quel momento. Guardavo il mio amico sorridere, fra una boccata di fumo e l’altra. Dalla trincea nemica, partì un colpo isolato. Egli piegò la testa, la sigaretta fra le labbra e, da una macchia rossa, formatasi sulla fronte, sgorgò un filo di sangue. Lentamente, egli piegò su sé stesso, e cadde sui miei piedi. Io lo raccolsi morto». Quelle parole, con altre guerre che oggi producono lutti e distruzione, sono un monito sempre valido.

Lo spettacolo. "Un anno sull’Altipiano. In guerra qualche volta abbiamo anche cantato”, con Pietro Lussu e Felice Montervino, è una produzione originale di "Insulae Lab", già in scena nello spazio “Sa Casara” a Berchidda. La seconda volta è un momento speciale, nel luogo dove ha avuto inizio l’avventura umana e intellettuale del "capotribù nuragico". Hanno offerto un contribuito alla causa le associazioni "Casa Lussu" e "Luna Scarlatta".

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