Questa mattina è venuto a mancare, all'ospedale di Nuoro, Graziano Salerno, artista nuorese eclettico e profondo, che da tempo combatteva contro una malattia. Il suo addio lascia un vuoto incolmabile nella comunità artistica cittadina ma anche nel mondo dell’arte isolana.

Solo alla fine del 2024, Salerno ha ricevuto un riconoscimento significativo: il 19 dicembre è stata inaugurata a Cagliari, presso la sede della Fondazione di Sardegna in via San Salvatore da Horta, la sua personale dal titolo Graziano Salerno. Senza poesia in nessun caso. Curata da Cristiana Collu, la mostra rientrava nella piattaforma AR/S – Arte Condivisa ed è rimasta aperta fino al 30 marzo 2025.

L’esposizione presentava circa 200 opere – acquerelli, disegni e il libro Storia del cortile infinito – realizzate nella seconda metà degli anni Ottanta e provenienti dalla collezione privata di Dante Crobu. Accompagnava la mostra un catalogo pubblicato da Treccani, con contributi di firme importanti come Annarosa Buttarelli, Ilaria Bussoni, Saretto Cincinelli, Alessandro Del Puppo, Antonello Tolve e Jonathan Watkins. Critici e giornalisti hanno sottolineato l’unicità del suo linguaggio artistico: una pittura visionaria, surreale, intensa fusione di narrazione, poesia, disegno e sogno. Un universo onirico che coinvolge il visitatore con immagini evanescenti, simboli, creature sospese e un tratto ossessivo, quasi automatistico, che richiama il surrealismo.

Salerno nacque a Nuoro il 9 novembre 1954. Dopo alcune esperienze formative sul territorio, si diplomò all’Accademia di Belle Arti di Bologna, dove fu allievo di Concetto Pozzati, con una tesi dedicata a Giorgio de Chirico. 

Artista solitario e nomade, visse tra Nuoro, Roma, Londra, Parigi e Berlino, ma tornò sempre alla sua città natale, che rimase per lui il centro di un mondo interiore pulsante e visivo. 

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