La riflessione di un lettore sul tema della collocazione delle scorie nucleari, e sulla difficile decisione del governo che impone scelte all'insegna della razionalità e della concretezza.

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"Cara redazione,

il tergiversare sta per finire e noi italiani, abituati all'atavico principio del "Sì, ma lontano da casa mia", refrattari al senso della collettività e del bene comune, stiamo per affrontare uno di quegli esami che non possono essere procrastinati. Si deve individuare un sito unico dove depositare le scorie nucleari: l'Italia non ha abbracciato questa Energia, ma nel ciclo produttivo industriale i residui si formano e devono essere smaltiti.

Dove? Leggendo certi commenti regna il buio assoluto, tipico di un popolo e una mentalità che non riescono ad oltrepassare le strettoie per l'incapacità di ragionare. Nemici dichiarati sono i politici, dimenticando che tale scelta viene effettuata dai tecnici in successive tornate. Ma è necessario, per capire il problema nella sua dimensione, affidarsi al posto unico al mondo dove "i lavori sono in corso".

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A cosa stiamo assistendo in Italia? Sta per cambiare il colore del governo, i nuovi arrivati hanno come regola il "No Tav, No Euro, No Europa": non si deve credere al risibile buonismo dei vari Salvini e Di Maio, questi preconcetti li hanno dalla nascita. L'intero Paese, parafrasando Enrico IV, ha sposato il detto "Il reddito di cittadinanza val bene una messa": bomba ad orologeria di impossibile attuazione.

Paradossalmente lo stoccaggio delle scorie segue andamenti similari.

Vediamo di affrontare il problema con chiarezza: il sito in questione deve localizzarsi in ben determinati territori aventi particolari orografie. Ogni regione, ovviamente, lo rifiuta ed annuncia mobilitazioni popolari. Cosa deve fare un governo? Decidere in base ai risultati definitivi delle Commissioni tecniche specializzate.

A titolo di esempio, immaginiamo per assurdo che il governo decida un laconico "Ad ognuno il suo". Quindi, ogni regione costruisce il suo sito per le scorie prodotte nel proprio territorio. Qualche illuso pensa che tutti lo accetterebbero? Esaminiamo la nostra Sardegna: dove localizzarlo, ma soprattutto conosciamo la nostra mentalità? Sarebbe guerra aperta fra le varie province, nessun sindaco li vorrebbe nella propria area, ci sarebbero tante di quelle manifestazioni e disordini di ordine pubblico inimmaginabili.

Non cambia di molto per il sito unico nazionale. Sarebbe facile oggi, soprattutto per quelli che vivono solo di contrapposizione politica ed inveire contro le parti ideologiche avverse, porre ai vari Salvini e Di Maio una semplice domanda: "Posizionereste il sito nella vostra regione?". Nel caso venisse scelta la Sardegna come reagirebbero gli elettori sardi della Lega e del M5Stelle? Ma questo vale per ogni territorio, beninteso.

La centrale nucleare nell'isola di Olkiluoto, Finlandia
La centrale nucleare nell'isola di Olkiluoto, Finlandia
La centrale nucleare nell'isola di Olkiluoto, Finlandia

Non si pensi che qui in Finlandia non ci siano state discussioni, ma alla fine prevale il senso dell'interesse supremo dello Stato: la democrazia lo esige. Nell'isola di Olkiluoto, non lontana da centri abitati, va di scena un lavoro seguito da tutto il mondo. Conosciamo la mentalità nostrana imperante: i finlandesi facciano come vogliono, noi sardi (siciliani, toscani, lombardi, piemontesi..) non lo vogliamo.

Benissimo: Berlusconi, Di Maio, Salvini, Meloni, Gentiloni..., cosa proponete? Per caso le regioni italiane più soggette ai terremoti, nemici numero uno di un sito del genere? Si chiede il decisionismo?

Benissimo, attendiamo che i sardi parlino con elementi concreti e dicano quale regione venga destinata allo scopo, non con le solite parole vuote e i Masaniello di turno buoni solo a produrre ilarità.

Mario Sconamila - Finlandia

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