«Cara Unione,

è un “Mondo difficile” direbbe un noto cantautore.

È difficile, per alcuni disabili e invalidi, di Santadi ma non solo, ottenere ciò che spetta in tempi utili

È difficile essere sereni perché la complessa e confusa lungaggine burocratica e procedurale snerva, sfianca e indispettisce chi risorse fisiche, economiche e mentali le impiega a (soprav)vivere…

È difficile prendere atto che la situazione continui a rimanere cosi nonostante i tanti solleciti, reclami e richieste di soluzioni

È difficile doversi giustificare

È difficile ottenere risposte chiare, esaustive, veritiere e coerenti

È difficile sentirsi chiedere di provare “empatia” a chi ha bisogno di empatia

È difficile accettare che chi dovrebbe essere capito deve capire

È difficile reperire chi di competenza

È difficile dover spiegare e ripetere, ripetere e spiegare ancora

È difficili sentirsi non capiti comunque

È difficile giustificare errori su errori

È difficile comprendere il perseverare e procrastinare

È difficile accettare l’inefficace e distorta comunicazione

È difficile ignorare o destreggiarsi di fronte ai ripetuti scaricabarile e rimpalli

È difficile trovare e perdere tempo (prezioso) per rincorrere

È difficile vedersi ignorati e non essere presi sul serio

È difficile non riuscire a capire di chi sia la responsabilità

È così difficile che, spesso, non rimangono lacrime neanche per piangere

È difficile persino scrivere a te, Cara Unione

… Come se, avere una disabilità e invalidità fosse un capriccio, un vizio, un lusso…

… Come se, vivere con una persona con disabilità o invalidità fosse qualcosa che si è andati a cercare…

… Come se, si stesse chiedendo l’“elemosina” (Così ci si sente)…».

“È un mondo difficile

E vita intensa

Felicità a momenti

E futuro incerto” (T. C.)

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