Pubblichiamo oggi la riflessione di un lettore circa la forza e l'orgoglio delle donne sarde degli anni Venti capaci di sfidare il regime fascista nella difesa dei propri ideali. Un esempio, ancora oggi, di grande importanza e attualità.

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"Cara Redazione,

seguo con interesse la meritoria rubrica "Donne Sarde" su L'Unione Sarda online, tanto più importante visti i tempi attuali nei quali si sottovalutano penosi rigurgiti dello squadrismo del Ventennio.

Vogliamo analizzare queste eccezionali donne sarde che in tempi tragici e infinitamente peggiori di oggi spavaldamente sfidavano il regime fascista pur di affermare le proprie convinzioni e ideali?

Non dovremmo trarre oggi utili insegnamenti nel momento in cui ci lamentiamo di tutto, sembriamo in preda alla disperazione, vediamo nemici dappertutto, pretendiamo che arrivi dall'alto come Mary Poppins la persona che risolverà i nostri problemi senza che noi facciamo niente per acquisirli?

Ci viene mai in mente qual era la condizione di queste giovani donne durante il regime fascista? Eppure non si arrendevano, lottavano, reagivano.

I presupposti c'erano tutti: mio padre e mio nonno erano presenti in Piazza Costituzione a Cagliari in quel malefico 10 giugno 1940, quando veniva irradiato il discorso di entrata in guerra da parte di Mussolini. Ebbene, mio nonno reagì con male parole e fu minacciato pesantemente.

Gloria eterna a queste illustri corregionali, e che i giovani imparino.

E purtroppo, leggendo commenti dei soliti noti, ci sono persone sarde alle quali dà fastidio Antonio Gramsci!

Mario Sconamila

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