Il Carnevale di Gavoi, noto come "Su Carrasecare", è una celebrazione dalle origini antiche. Profondamente radicata nella tradizione barbaricina, si distingue per il ruolo centrale della musica e dei suoi iconici tamburi artigianali, i Tumbarinos. Scopriamo insieme le origini, le tradizioni e l'atmosfera unica di questo affascinante carnevale.

La storia e le origini del carnevale di Gavoi

Il Carnevale di Gavoi affonda le sue radici in tempi antichi, legandosi ai riti propiziatori e alle celebrazioni agrarie precristiane. A differenza di altre manifestazioni carnevalesche sarde, spesso caratterizzate da maschere grottesche e misteriose, il Carnevale gavoese si distingue per la sua natura festosa e musicale.

Su Mortu de Harrasehare

Uno dei momenti più significativi del Carnevale di Gavoi è la celebrazione di Su Mortu de Harrasehare, che rappresenta simbolicamente la fine del Carnevale. Questa tradizione si manifesta con il rito del rogo del fantoccio, il quale incarna la figura allegorica della festa stessa.

Durante l'ultima giornata delle celebrazioni, il paese si riunisce per dare l'addio al Carnevale con un corteo funebre carico di ironia e teatralità. Questo momento sancisce la conclusione delle festività e il ritorno alla quotidianità, segnando una sorta di passaggio dalla trasgressione alla normalità.

Zizzarrone e Marianna Frigonza

Due personaggi emblematici del Carnevale di Gavoi sono Zizzarrone e Marianna Frigonza.

Zizzarrone rappresenta il re della festa, un fantoccio caricaturale che incarna l’eccesso e la spensieratezza tipici del Carnevale. Durante l’ultima giornata delle celebrazioni, viene bruciato in un rogo collettivo, simbolo della purificazione e del passaggio a una nuova fase dell’anno.

Marianna Frigonza, invece, è la controparte femminile e misteriosa di Zizzarrone. Spesso associata a figure grottesche e ironiche, incarna l’aspetto più teatrale e irriverente della festa, partecipando alle celebrazioni con travestimenti e gesti burleschi.

Sos Tumbarinos

La tradizione di Sos Tumbarinos risale a secoli fa e rappresenta il cuore pulsante della festa. Gli strumenti principali, i tamburi (tumbarinos), sono realizzati a mano utilizzando pelle di capra o pecora e vecchi setacci per la farina o secchi in sughero, espressione dell’abilità artigianale locale.

La particolarità di Sos Tumbarinos è che non esiste un’unica parata organizzata: i suonatori si radunano spontaneamente per le vie del paese, creando un’atmosfera unica e coinvolgente. Il ritmo incessante dei tamburi si fonde con altri strumenti tradizionali come su triangulu (triangolo di ferro), su tumborro (serraglia) e su pipiolu (flauto di canna), dando vita a un’armonia primitiva e ipnotica.

Sos Intinghidores

Un altro elemento distintivo del Carnevale di Gavoi è rappresentato da Sos Intinghidores, le misteriose figure mascherate che animano le strade del paese. Questi personaggi, vestiti con abiti logori e volti sporchi di fuliggine, si aggirano per il borgo cercando di sporcare i passanti con la cenere, in un rituale che simboleggia la trasgressione e il rinnovamento.

L’origine di Sos Intinghidores si collega ai riti propiziatori legati alla terra e alla fertilità, un richiamo alle tradizioni arcaiche della Sardegna. La loro presenza aggiunge un tocco di mistero e folklore al Carnevale gavoese, rendendolo ancora più affascinante e coinvolgente.

Quando si svolge il Carnevale di Gavoi

Le celebrazioni iniziano il Giovedì Grasso, noto localmente come "Jobia Lardajola", durante il quale la comunità si riunisce per consumare la tradizionale "favata" con lardo. Il carnevale prosegue nei giorni successivi con eventi, sfilate e raduni spontanei di musicisti che animano le strade del paese.

Il momento culminante della festa è rappresentato dalla sfilata di Sos Tumbarinos, quando centinaia di tamburini suonano incessantemente, accompagnati da strumenti tradizionali come su triangulu, su tumborro e su pipiolu.

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