Il Canto della Sibilla di Alghero, rito Patrimonio Immateriale Unesco
Nasce nel Medioevo: prima fu proibito, resistendo solo a Maiorca e ad Alghero, a distanza di secoli è stato valorizzatoIl Coro Polifonico Algherese (Archivio)
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Ogni anno ad Alghero durante la messa della mezzanotte di Natale si ripete il Canto della Sibilla, antico rito di origine catalana che preannuncia la fine dei tempi e il ritorno di Cristo. La melodia gregoriana viene eseguita in un’atmosfera magica come è quella del Natale ed è uno dei tanti rituali che testimonia il profondo legame tra Alghero e la Catalogna.
Le origini del Canto della Sibilla di Alghero
Noto anche come Cant de la Sibilla o El Senyal del Judici, il rito di ripete ormai dal XIV secolo. Gli spagnoli se lo portarono dietro quando arrivarono in Sardegna. Il canto, nato in Francia tra il IX e il X secolo e originariamente diffuso in tutto il Mediterraneo, preannuncia il ritorno di Cristo alla fine dei tempi. Dopo il Concilio di Trento molti vescovi, ritenendolo una tradizione profana, lo abolirono, ad eccezione dei vescovi di Alghero e Maiorca dove il Canto viene seguito ininterrottamente dal Medievo. Una tradizione che ad Alghero si è conservata grazie ai Sibillers che si sono succeduti nel tempo. La versione attualmente eseguita è tratta da una trascrizione del Canonico algherese Antonio Mchele Urgias, risalente al 1828, conservata nell’Archivio Storico Diocesano.
La Missa del Gall
Ad Alghero la messa di Natale che viene celebrata nella Cattedrale intitolata a Santa Maria è conosciuta col nome di Missa del Gall, probabilmente per via del gallo che – si dice – è stato il primo animale ad annunciare la nascita di Gesù, o ancora perché da quel momento le giornate iniziano lentamente ad allungarsi. Durante la Missa del Gall il coro intona il Canto della Sibilla, tramandato dal Medioevo. In passato era previsto che la sua esecuzione fosse accompagnata da un chierichetto che teneva in mano uno scettro, simbolo dell’autorità ecclesiastica, e da un altro che impugnava una spada, come a simboleggiare la giustizia divina.
Il rito dichiarato Patrimonio immateriale dell’Unesco
Quello che fu abolito dai vescovi nel 2010, a distanza di secoli, è stato dichiarato Patrimonio immateriale dell’Unesco. Nel 2004 era stato dichiarato Bene di Interesse Culturale dal Consiglio insulare di Maiorca.
(Unioneonline)