Oggi su Ricette sarde, parliamo di una ricetta semplice che, come molte altre preparazioni della tradizione sarda, valorizza il riutilizzo degli ingredienti: su pani indorau.

Per conoscerlo meglio abbiamo contattato Sabrina Tola del Panificio Sa Mesa Tola di Meana Sardo.

LA STORIA DE SU PANI INDORAU. «Nasce per non avere sprechi in casa sul pane, dal cosiddetto “pani a pungiu”. Si chiama così, perché è come se, prendendolo da una parte e dall’altra, stessi tentando di aprirlo: da qui il termine “pugno”. La cosa più bella era l’attenzione dei nostri anziani per non perdere il pane raffermo e trasformarlo in un piatto saporitissimo. Tuttora, quando viene fatto nelle case, è subito festa per quanto è buono. Purtroppo, adesso c’è la tendenza a buttare il cibo piuttosto che riutilizzarlo in maniera creativa».

INGREDIENTI. «Acqua, sale, semola e lievito madre. È una pasta dura, con un’idratazione al 50%, quindi è molto asciutto. Si fa un rotolo su sé stesso, in modo molto grossolano e il risultato è un grande “tubo”, che va intaccato al centro. Si fanno quindi due metà. Dopo qualche ora dalla lievitazione, si fa un altro taglio perpendicolare ed il risultato sono quattro “pugni”.

Quando il pane non si usava tutti i giorni e diventava duro, gli si dava nuovamente vitalità con del latte. Poi uovo e strutto: nella nostra cultura non si sono sempre usati olii pregiati. Purtroppo, il lievito madre non si usa più tanto, ma originariamente la ricetta lo prevedeva».

COME FARE IL PANE INDORAU SARDO. «Lo si divide a metà, facendo un intacco sul corpo del pane e successivamente ad una prima lievitazione, si fanno nelle due metà rimanenti altri quattro tagli. Tradizionalmente, il pane che dopo circa una settimana, ormai era immangiabile, veniva imbevuto nel latte e nell’uovo sbattuto, in modo da ammorbidirlo. Lo si soffriggeva addirittura nello strutto: era veramente squisito. Veniva lasciato friggere per qualche minuto, il tempo di assumere il tipico colore dorato da cui deriva il nome».

COME CONSERVARE IL PANE INDORAU. «Una volta cucinato, bisogna salarlo ed è poi preferibile consumarlo quasi subito, in giornata. Non può essere riutilizzato».

COME CONSUMARLO. «È buono anche da solo, ma volendo lo si può consumare con del miele, è piacevole il contrasto salato/dolce».

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