Oggi su “Ricette sarde” parliamo di un dolce tipico che non conosce età: le ciambelline sarde. Apprezzate in tutta l’Isola sia dai grandi che dai più piccoli, questo prodotto della pasticceria viene consumato nelle occasioni speciali, come matrimoni o compleanni, ma fa anche parte della quotidianità e dei vassoi di dolci della domenica che tradizionalmente si consumano nei giorni festivi.

Per raccontarci la preparazione di questo dolce abbiamo contattato Maria Giovanna Fenu, titolare del laboratorio di pasta fresca “La Parinitta” di Porto Torres.

INGREDIENTI. «Per l’impasto si usano: farina, strutto, zucchero, uova, lievito e limone. Per la farcitura la marmellata o confettura, di ciliegia o albicocca. E lo zucchero a velo sopra».

COME PREPARARLE. «Si lavorano prima la farina, lo zucchero, il lievito e la scorza di limone per poi unire lo strutto e le uova. Altrimenti quando si usa la margarina, si lavora la farina con la margarina e alla fine si aggiungono le uova. Prima si lavorano i prodotti secchi e poi si aggiungono gli ingredienti morbidi, cioè le uova e lo strutto. Finché non si ottiene un panetto morbido che si può lavorare con le mani senza che sia troppo appiccicoso, si fa riposare in frigo per almeno un’ora e in seguito si lavora stendendolo con un mattarello o una sfogliatrice, si ottiene così una sfoglia di pasta frolla e si formano i biscotti con le varie forme, che solitamente sono circolari con i bordi frastagliati o a forma di fiore, che è la forma classica. Naturalmente un biscotto è intero, mentre l’altro, che sarebbe il coperchio del biscotto, ha un foro al centro e va poi decorato con lo zucchero a velo. Io uso prevalentemente confettura di albicocca o ciliegia. Quest’ultima è sicuramente quella più apprezzata».

VARIANTI E SUGGERIMENTI. «Per i vegani, chi è intollerante al lattosio o semplicemente vuole un impasto più leggero, al posto dello strutto si può usare la margarina. Certamente con lo strutto la ciambellina rimane più friabile e vicina alla tradizione. Poi in altre località della Sardegna, come Dorgali, vengono preparate in modo molto simile, ma cambia l’aspetto estetico; inoltre utilizzano prevalentemente la marmellata di arancia e invece del classico “coperchio” con il buco, c’è una lavorazione con una spirale di pasta frolla, sono molto belle da vedere. Si tratta però di varianti estetiche. Quando si usa lo strutto, bisogna farlo sciogliere a bagnomaria, per poi unirlo all’impasto delle farine. Quando invece si usa la margarina o il burro, si può lavorare insieme alla farina a freddo il prodotto preso dal frigo e lavorato insieme agli ingredienti secchi».

CONSERVAZIONE E DEGUSTAZIONE. «Si conservano per 10-15 giorni o nella classica scatola di latta, come si faceva un tempo, o in biscottiere di plastica con il tappo ermetico. Sono ottime a colazione con il caffè, il latte ma anche a fine pasto. È un dolce che si consuma tutto l’anno: prescinde dalle feste perché va bene anche per la colazione, la merenda e piace sia ai bambini che agli adulti».

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