Acciuleddi galluresi, ricetta e storia dei dolci del carnevale sardo
Dolci e gustosi, si possono mangiare anche in altre occasioni, come cerimonie o feste di paesePer restare aggiornato entra nel nostro canale Whatsapp
Oggi su Ricette sarde parliamo di un dolce tipico del carnevale gallurese: gli acciuleddi e meli.
Per conoscere meglio questa preparazione abbiamo contattato Tiziana Pasella del panificio Pasella di Calangianus.
ACCIULEDDI GALLURESI, COSA SONO? «È il dolce tipico di carnevale, in altri paesi li chiamano trofigghioli, ma gli acciuleddi con il miele sono tipici dell’alta Gallura».
LA STORIA E LE ORIGINI DEL DOLCE DI CARNEVALE. Secondo la tradizione questi dolci si preparano soprattutto durante il Carnevale ma si possono gustare anche in altre occasioni speciali come le cerimonie o le feste di paese.
LA RICETTA ORIGINALE. «La tradizione vuole che si impasti prima la farina con l’acqua, senza le uova e poi si aggiunga lo strutto con le mani unte di strutto, sino ad avere la consistenza desiderata».
GLI INGREDIENTI. «1 chilo di farina 00, 400 ml di acqua, 200 gr zucchero, gr 200/220 strutto, un pizzico di sale, per friggere olio di semi e per questa quantità di acciuleddi 500 gr di miele».
PREPARAZIONE «Si scioglie lo zucchero nell’acqua e poi si impasta. Si versa sulla farina, si aggiunge il sale, lo strutto, fino a quando non è tutto ben amalgamato. La pasta deve essere liscia ma non liscissima, va poi spianata con il mattarello. Una volta che tutto è amalgamato, si lascia riposare una decina di minuti. Poi si tagliano delle piccole strisce di pasta e si lavorano allungandole piano piano, come fossero dei grissini, si piegano in due, si attorcigliano, e questa pasta attorcigliata va piegata su sé stessa e forma una treccia. Le treccine vanno chiuse bene o rischiano di aprirsi durante la frittura. Una volta che le treccine sono pronte si scalda l’olio e si friggono in abbondante olio di semi a circa 160/170º. Quando sono dorate, si sgocciolano sopra la carta assorbente. Per mielare un chilo di treccine è necessario mezzo chilo di miele. Al miele si aggiungono due cucchiai di acqua, altrimenti il miele tende a caramellare. Per quanto tempo? Una volta che il miele è caldo, si mettono le treccine, si mescolano e dopo un paio di minuti si tolgono: giusto il tempo che il miele entri in tutte le anse dell’acciuledda. Si aggiunge la scorza di limone o di arancia, a seconda dell’agrume che si preferisce usare, tagliata sottile. La scorza poi si toglie. Quando il miele si è sciolto bene, si mettono le treccine a bagno nel miele e si spegne il fuoco, altrimenti il miele continua a cuocere. Dopo essersi bagnate bene nel miele, le treccine si mettono su un piatto e si possono decorare con i diavolini o anche lasciarle semplici.
Consigli? Se non vengono consumate subito tutte, è meglio non mielare tutte quelle che si preparano: sono buone per diversi giorni, ma dopo un po’ la pasta tende ad assorbire il miele e a diventare più morbida, tanto che a un certo punto sembra quasi che il miele non ci sia. Mentre è meglio metterle nel miele man mano che vengono consumate, perché rimangono più croccanti».