Il Museo Multimediale – Allestito nei locali dell’ex convento dei padri cappuccini, monumentale monastero di metà XVII secolo – cui è annessa la chiesa di san Francesco - il Geomuseo del monte Arci di Masullas è un unicum in Sardegna che nasce dalla paziente attività di raccolta e catalogazione di Vincenzo Incani e alle collezioni mineralogiche e paleontologiche che ne sono derivate. Mette in mostra migliaia di minerali e fossili sui quali è "scritta” l’evoluzione geologica dell’Isola e in particolare della Marmilla, una storia complessa che va da oltre 20 milioni fino a circa due milioni di anni fa.
I Fossili e i Minerali – All’interno pietre con fossili di antichissimi animali marini, diorami che riproducono l’attività del vulcano e vari minerali, in particolare diaspri variopinti (rocce d’ambiente marino), formati durante le eruzioni del “vecchio vulcano” del monte Arci. All’inizio del percorso museale è previsto un breve excursus sulla formazione delle terre emerse nel mondo per arrivare alla formazione del Mediterraneo e della Sardegna, per poi passare all’evoluzione del monte Arci, in origine vulcano attivissimo, nella preistoria centro di raccolta e lavorazione dell’ossidiana, oggi dolce rilievo ricoperto di verde, divenuto parco regionale. Nella zona dell’attuale Arci, si formò un enorme vulcano sottomarino, esteso per 30 chilometri. Le eruzioni hanno dato origine alle pillow-lava: nel museo lo testimoniano, oltre ai fossili di pesci e ai diaspri, anche minerali di origine idrotermale, come quarzo, calcedonio, fluorite e calcite in grandi cristalli. Dopo una stasi, l’attività eruttiva riprese violenta 5 milioni di anni fa: i vecchi rilievi furono ricoperti da imponenti strati di lava di vari materiali. Alle colate di rioliti si deve la deposizione della preziosissima ossidiana, che fece diventare il monte Arci centro del Mediterraneo già dal VI millennio a.C. 

Come arrivare a Masullas – Da Cagliari: prendere la statale 131, proseguire verso l’uscita di Mogoro e imboccare la provinciale 44, dopo circa 500 metri prendere la terza a sinistra e imboccare la provinciale 51. Da Oristano: percorrere la  statale 131, fino all’uscita di Uras. Proseguire poi sulla statale 442 fino al bivio con la provinciale 51, girare a destra, superare il comune di Siris e entrare nel comune di Masullas. Da Nuoro: percorrere la statale 131 dcn, in direzione Cagliari/Sassari/Oristano. Svoltare a destra allo svincolo per Cagliari e proseguire sulla statale 131, passare Oristano e uscire a Uras. Proseguire poi sulla statale 442 fino al bivio con la provinciale 51, girare a destra, superare il comune di Siris e entrare nel comune di Masullas.

Cosa vedere nei dintorni – Vale la pena visitare Masullas, un paesino di circa mille abitanti che fa parte dei borghi autentici d’Italia e occupa una suggestiva porzione del parco del monte Arci, che comprende il bosco di Taraxi, la parete rocciosa su Columbariu e il parco dell’ossidiana di Conca ‘e Cannas, il maggior giacimento sardo di “oro nero” preistorico. L’Arci è ideale per escursioni, come a sa Perda Sperrada, blocco lapideo con spaccatura perfetta, e al sito prenuragico dei menhir di sa Pedra isposa. Durante il restauro della parrocchiale della Madonna è stata portata alla luce una fonte battesimale paleocristiana (VI-VII d.C.). Conserva anche un retablo ligneo (1676).  Da non perdere anche il museo I Cavalieri delle colline, storia dell’aristocrazia feudale attraverso opere d’arte, armi, costumi, documenti e libri antichi. 

(Unioneonline/D)

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