Cabras, la polvere dei secoli sotto i piedi nudi: torna la Corsa degli Scalzi
Un racconto che dura da oltre quattro secoliPer restare aggiornato entra nel nostro canale Whatsapp
Un lampo bianco che attraversa i sentieri del Sinis, il rumore secco di centinaia di piedi nudi sulla terra arsa, la polvere che si alza come un sipario antico.
A Cabras, ogni fine estate, si entra in un racconto che dura da oltre quattro secoli, la Corsa degli Scalzi.
Le origini affondano nel 1619, quando l’incubo delle incursioni saracene minacciava il villaggio di San Salvatore. Per salvare il simulacro del Santo, gli abitanti escogitarono un inganno: legarono rami ai piedi nudi per sollevare più polvere possibile e sembrare un esercito smisurato. Lo stratagemma funzionò: i Mori, convinti di trovarsi di fronte a una moltitudine pronta a combattere, si ritirarono. Così il paese e la statua furono salvi, e nacque un voto che da allora viene rinnovato ogni anno.
Il rito si ripete puntuale tra la fine di agosto e l’inizio di settembre, all’interno delle celebrazioni per San Salvatore di Sinis.
I protagonisti sono centinaia di giovani vestiti con una clamide bianca, stretta ai fianchi da un cordone, che percorrono i sette chilometri tra Cabras e il villaggio del Santo. Corrono scalzi, sostenendo a spalla la statua, lungo sentieri polverosi e pietrosi, rievocando i gesti concitati dei loro antenati.
Il sabato mattina il simulacro lascia la chiesa di Santa Maria Assunta a Cabras per raggiungere San Salvatore di Sinis, dove resta fino al giorno successivo.
La domenica pomeriggio, al calare del sole, il percorso si inverte: la statua rientra a Cabras, accolta dai fedeli e destinata a rimanere lì fino all’anno successivo.
Per la comunità ancora oggi non è soltanto tradizione, ma è un atto di riconoscenza verso il Santo che, come tramandano gli anziani, salvò il popolo dall’invasione.
Ogni passo, ogni abrasione sul piede, ogni nuvola di polvere diventa testimonianza di un legame antico, un rito che trasforma la fatica in fede e la memoria in identità.
Oggi la Corsa degli Scalzi è anche un richiamo culturale e turistico, capace di attrarre visitatori da tutta l’Isola e oltre per toccare con mano l’usanza di una comunità che da cinquecento anni continua a correre, fedele al proprio voto.