Non ci sono cartelli che indicano S’Istrada Manna. Non ci sono file né selfie obbligatori. C’è solo una cengia sospesa tra il cielo e il Supramonte e chi la percorre rischia di dimenticare di respirare per la bellezza.

Prima dell’alba, mentre il mondo sembra ancora dormire, il silenzio di Baunei si apre davanti a chi sceglie di fare un’escursione diversa.

Si inizia a camminare sullo spiazzo di Lovettecannas, dove la luce dell’alba tinge di rosa le montagne circostanti.

I primi passi verso Genna Cuccureddu sono un preludio: panorami che feriscono dolcemente gli occhi e un sentiero che, piano piano, smette di essere rassicurante per trasformarsi in pietra e roccia calcarea, con arbusti bassi che obbligano gli escursionisti a misurare ogni passo.

S’Istrada Manna di Baunei (Foto Sergio Loi)
S’Istrada Manna di Baunei (Foto Sergio Loi)
S’Istrada Manna di Baunei (Foto Sergio Loi)

Poi arriva s’Iscala ’e Ghirovai. Una scala di ginepro costruita dai pastori, un gesto antico che connetteva un lato della montagna all’altro. Toccare il legno levigato dal tempo è come sfiorare la memoria del Supramonte.

Poco più in basso, il cuile omonimo accoglie una sosta breve ma intensa. Mentuccia e rosmarino riempiono l’aria di profumi familiari e per un attimo sembra che il mondo intero si sia ridotto a questo angolo di valle sospesa. 

Il passaggio sotto la gola di Gorroppeddu suggerisce futuri percorsi, ma l’obiettivo è la Cengia Ruvio. L’ingresso è delicato: il piede tocca la pietra, il cuore accelera e poi la cengia si allunga davanti ai visitatori come un balcone naturale sospeso sul vuoto. L’ocra delle pareti contrasta con il grigio del calcare e il verde profondo dei boschi sottostanti. 

S’Istrada Manna di Baunei (Foto Sergio Loi)
S’Istrada Manna di Baunei (Foto Sergio Loi)
S’Istrada Manna di Baunei (Foto Sergio Loi)

Una volta usciti dalla cengia, la salita verso S’Ungrone ’e sa Rutta Niedda è impegnativa, ma la ricompensa è immediata: una finestra naturale nella roccia bianca che incornicia un cielo azzurro intenso, limpido come se il Supramonte avesse deciso di offrire ai suoi ospiti un regalo esclusivo.

S’Istrada Manna di Baunei (Foto Sergio Loi)
S’Istrada Manna di Baunei (Foto Sergio Loi)
S’Istrada Manna di Baunei (Foto Sergio Loi)

La cresta di Serra Oseli regala ancora scorci di un panorama che sembra non finire mai. Poi la discesa, il ritorno sul sentiero sterrato e finalmente il punto di partenza. 

S’Istrada Manna è un’esperienza che insegna a riconoscere il tempo inciso nella pietra e il silenzio che parla più forte. 

© Riproduzione riservata