La storia mista a leggenda narra che il tennis moderno nacque nei giardini dei castelli o delle ville inglesi, francesi e in Italia lungo la riviera ligure colonizzata d'estate dai britannici. Fu un cittadino di sua maestà britannica, Walter Clopton Wingfield, a depositare brevetto e regole il 23 febbraio 1874 del nuovo sport che si chiamava lawn tennis, tennis su erba, proprio perché la rete veniva montata su prati tracciati con gesso bianco. Erano da venire terra battuta e cemento.

Piccolo preambolo per raccontare che in Sardegna il primo campo da tennis in erba fu costruito alla fine degli anni 80 a Villa Lisa, splendida casa al centro di un ettaro immersa nel verde, nelle campagne che da Corongiu salgono verso San Gregorio, ancora in territorio di Quartucciu. Un rettangolo di gioco che entra quindi di diritto nella piccola grande storia del tennis sardo: per qualche anno fu anche omologato dalla Federazione, anche se non ospitò mai veri e propri tornei. Giustamente, perché era stato pensato dal suo ideatore, Antonio Cannas, più come un tempio della racchetta che non come teatro per l'agonismo. Quartucciu come Wimbledon, in pratica, ma per pochi amanti di questo sport e in grado di trattare con i dovuti modi un manto che ha bisogno di tante cure fin dalla semina dei primi fili d'erba e che era diventato un capolavoro.

Antonio Cannas oggi non c'è più, come il suo campo da tennis. Era uno dei tanti fiori all'occhiello del giardino all'inglese progettato e costruito a Villa Lisa. A raccontare oggi la storia di quel campo, di quell'idea, di quella passione, sono la sorella Paola e la figlia Lisa (alla quale fu dedicata proprio la casa) che si occupano della dimora rurale con immutata passione e seguendo la strada tracciata negli anni 80. "Antonio - spiega Paola Cannas, ingegnere - era un validissimo tecnico di laboratorio che dopo tanti anni di lavoro alla Montedison accettò un importante incarico alla Saras. Poi si dimise e si dedicò anima e corpo a Villa Lisa. A quei tempi forse sembrava un visionario, ma realizzò uno spazio verde dove incastonò elementi particolari come la piscina, dei gazebo dalle fogge antiche, piante particolari e appunto quel campo da tennis in erba, unico in Sardegna. A chi gli chiedeva cosa gli era saltato in mente, rispondeva con un sorriso. "Venderò l'ombra" Era vero".

Lo scetticismo era dettato dal fatto che il clima della Sardegna in effetti è poco londinese, patria del lawn tennis. Ma se si pensa che gli inglesi durante la loro epopea coloniale del Novecento importarono leggi, usanze e anche questo sport su erba in regioni come l'India e l'Australia, ecco che il progetto di Antonio Cannas appare sotto un'altra ottica.

"A lui - interviene la figlia Lisa - interessava soprattutto che noi figli, Danilo ed io, potessimo circondarci di amici che ovviamente non potevano accontentarsi di godersi l'ombra degli alberi e di prendere il sole sul prato". Da qui la piscina e il campo da tennis.

Antonio Cannas, da uomo di scienza, studiò tantissimo prima di cimentarsi nell'opera, si informò sul tipo di erba più indicato per il tennis, acquistò i semi e realizzò il campo zolla per zolla. "Lo trattava con mille cure - ricorda ancora Lisa Cannas - ci si poteva giocare al massimo una volta alla settimana, bisognava innaffiarlo a determinate ore, addirittura usava una particolare sostanza, la celite, per tracciare le righe, evitando con cura l'aggressivo gesso bianco".

Corrado Caddeo, commercialista cagliaritano, dirigente della Federtennis nazionale al fianco del presidente Angelo Binaghi e nipote di Antonio Cannas, ricorda con un sorriso i pomeriggi trascorsi sul campo da tennis a Villa Lisa: "Si cominciava a giocare al pomeriggio, si finiva all'imbrunire. Si mischiavano le coppie, si giocavano tantissimo doppi misti, era un modo per stare insieme con gli amici. Tantissimi giocatori importanti hanno voluto provare la sensazione unica del tennis sull'erba. Ma attenzione, ricordo che spesso prima di cominciare a palleggiare occorreva tagliare l'erba all'altezza giusta, ed era un'operazione da svolgere con una perizia che solo mio zio Antonio aveva: lui conosceva quel campo come il palmo della sua mano".

La ragione sociale di Villa lisa per tanti anni è stata quella di ospitare i ricevimenti dopo i matrimoni, una delle sedi più prestigiose tra Cagliari e dintorni negli anni 90. E con la scomparsa di Antonio Caddeo, il campo da tennis venne piano piano abbandonato. Il prato sopravvive ancora, Lisa e Paola Cannas lo vorrebbero rimettere in sesto, magari con la collaborazione di qualche circolo tennistico importante. Oggi Villa Lisa sta diventando una fattoria didattica e agricola, un museo a cielo aperto della biodiversità dove accanto alle specie sarde c'è spazio anche per gli alberi tropicali "perché il clima sta cambiando ed è giusto assecondare la natura", dicono Paola e Lisa Cannas. Ci sono anche i disabili, che traggono tantissimo beneficio dal contatto con le piante, dalla semina, dall'irrigazione, dalla cura degli alberi e dalla valorizzazione dei frutti. Villa Lisa resta un sogno: non più legato al tennis sull'erba o ai matrimoni, ma sempre immersa nel verde curato da chi ama la natura e la vita.

Paolo Carta P. S. Di recente un altro campo da tennis in erba è stato costruito in Sardegna, esattamente in un resort a Santa Margherita di Pula che offriva sino a quattro anni fa ai facoltosi ospiti anche la possibilità di giocare un'ora sui prati con il vincitore di Wimbledon del 1987, Pat Cash. P.S. numero 2. Anche chi scrive ha avuto la possibilità, l'onore e la fortuna di giocare una volta a tennis sul campo in erba naturale di Villa Lisa. Un doppio con amici che durò sette ore, un primo pomeriggio d'estate, sino a quando non è tramontato il sole. Un indimenticabile doppio, correva l'anno 1989.

© Riproduzione riservata