Una squadra che racconta la storia della città. Prima si chiamava Carbosarda, ora Carbonia. Prima ha giocato in Serie C e in Interregionale, ora gioca in Eccellenza. Tempi diversi.

Prima c'erano le miniere con una fiorente estrazione di carbone, simbolo di ricchezza e di lavoro, che attiravano anche tantissimi immigrati arrivati dalla penisola.

La Carbosarda, ha vissuto il suo periodo magico giocando per tanti anni nella Serie C a girone unico nazionale. Si giocava con squadre come Venezia, Siena, Taranto, Siracus, Molfetta, dal nord a sud, sfiorando in alcune occasioni la promozione in serie B.

Nel 1956 conquistò il terzo posto nella Serie C. Davanti in Sardegna, c'era solo il Cagliari.

La società nacque nel 1939 col nome di Dopolavoro Carbonia, poco tempo dopo l'inaugurazione della città costruita a tempo di record per volere di Mussolini.

A inizio 1940 la prima gara ufficiale contro il Terralba. A Carbonia sorse poi il campo "della Gioventù italiana del Littorio", intitolato poi Costanzo Ciano, ora campo Carlo Zoboli, storico giocatore e factotum della società per tantissimi anni.

Una vecchia foto di squadra
Una vecchia foto di squadra
Una vecchia foto di squadra

Negli anni Cinquanta, la Carbosarda disputò i suoi campionati migliori, sfiorando anche la Serie B, mancata all'ultima giornata contro il Venezia. Nel 1957, la storica gara di Coppa Italia contro la Fiorentina vice campione d'Italia. Per la prima volta in Sardegna si giocò in notturna.

I gigliati scesero in campo con gente come Montuori, Sarti, Magnini, Chiappella e Cervati. Nella Carbosarda, con Stefano Perati in panchina, allora giocavano Cavallini, Zoboli, Conti, Braccini, Molinari, Trenzani, Pin, Serena, Bercarich, Gennari, Turotti. Ed ancora Marchisio, Busetto, Michelucci. Tutta gente con esperienza in B e addirittura in serie A.

Poi la crisi tra campionati di Serie C, C2 e Interregionale. Con giocatori come l'ex Cagliari Novellini, il compianto Roberto Sequi, Pietro Pillosu, Accardi, Pino Tocco, Giuseppe Mura, Gianni Tronci. Quella squadra approdò una trentina d'anni fa alla C2.

Tra gli allenatori di quel periodo, anche Checco Fele, che ricorda: "Grandi giocatori, che nostalgia". Nel 1988 il ritorno fra i dilettanti dopo una spareggio con la Ternana, perso a Pontedera.

Poi la crisi fatale con la squadra che dovette addirittura riniziare dalla Terza categoria.

Checco Fele oggi è l'amministratore delegato, dopo essere stato per lunghi anni anche in panchina. "Una storia straordinaria -dice Fele - che non si può cancellare. La Serie C è stata frutto del boom economico legato alle miniera. Con la crisi del carbone, è arrivata anche la crisi nel calcio. Oggi siamo ad un passo dal ritorno in Serie D".

Il Coronavirus ha fermato il campionato col Carbonia in vantaggio di sei punti sul Castiadas a sette giornate dalla fine. "Meritiamo - aggiunge Fele - in ogni caso la D. Attendiamo le decisioni della Figc. La società ha fatto un grande sforzo: quanto fatto in questo campionato va comunque premiato. Anche per il nostro passato fatto di ricordi straordinari".
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