L'impatto con la Serie A dopo sette anni di inferno era stato devastante. Al Sant'Elia, giornata d'avvio del torneo, il 9 settembre 1990 era di scena l'Inter, campione d'Italia appena due anni prima. Per il Cagliari neopromosso un esordio durissimo in uno stadio pieno. E infatti dopo lo 0-0 illusorio del primo tempo si era scatenato Jurgen Klinsmann, punta della nazionale tedesca: tripletta in 17 minuti, 0-3 finale e tutti a casa.

Pulga, Paolino e Francescoli
Pulga, Paolino e Francescoli
Pulga, Paolino e Francescoli

Si prospettava un anno in salita per una squadra composta da tanti giovani, alcuni veterani come il portiere Mario Ielpo, il difensore Aldo Firicano e il centrocampista Ivo Pulga, l'esperto campione Gianfranco Matteoli e il fuoriclasse uruguaiano Enzo Francescoli, approdato inaspettatamente alla corte del club rossoblù. E invece, dopo un primo girone di grande sofferenza chiuso nelle retrovie, gli uomini guidati da Claudio Ranieri avevano cambiato marcia e recuperato terreno sulle rivali sino a chiudere i conti nella trasferta di Bologna: la doppietta di Daniel Fonseca, sconosciuto attaccante uruguagio, e l'autogol di Firicano avevano chiuso la gara sul 2-1 per il Cagliari. Era fatta: i due punti avevano garantito la salvezza. Era il 19 maggio 1991. Ventinove anni fa.

Claudio Ranieri
Claudio Ranieri
Claudio Ranieri

Era la squadra salvata da un sicuro fallimento dai fratelli Tonino e Ninnino Orrù, che aveva vinto i due campionati precedenti in serie C1 e serie B e che, con alcuni innesti rivelatisi lungimiranti, in quel 1990-91 aveva stupito il calcio italiano. L'avvio era stato scoraggiante, con l'exploit della vittoria in casa del Napoli campione uscente (2-1) e il pareggio inatteso a Torino contro la Juventus (2-2 dopo essere stato sotto 2-0). Per il resto nove sconfitte e cinque pareggi. Punto di svolta, forse, la soffertissima vittoria casalinga contro il Genoa il 30 dicembre grazie a un tiro di Fonseca che aveva provocato l'autogol del portiere avversario.

Cagliari-Pisa del 1991
Cagliari-Pisa del 1991
Cagliari-Pisa del 1991

Una nuova speranza di risalita, anche se l'ultima giornata di andata era coincisa col pesante ko di Bari (1-4). Il Cagliari era penultimo a quota 10 punti, davanti al solo Cesena fermo a 9. Davanti aveva il Bologna a 12, il Pisa a 14, il Lecce, il Napoli, la Roma e l'Atalanta a 15, la Fiorentina a16. Allora la vittoria valeva 2 punti e le difficoltà incontrate sino a quel momento, l'essere una matricola e la scarsa prolificità dell'attacco (appena 9 reti segnate in 17 partite, solo il Lecce aveva fatto peggio con 8 marcature) facevano pensare che la sorte di Matteoli e compagni fosse segnata. Invece stava per essere scritta una storia esaltante fatta di bel gioco, tocchi di natura tecnica elevatissima e una rimonta rimasta negli annali del club.

Francescoli e Fonseca
Francescoli e Fonseca
Francescoli e Fonseca

Con una perla assoluta, della quale fu vittima la Sampdoria che si apprestava a vincere il titolo: lo straordinario gol messo a segno da Fonseca nel girone di ritorno al Ferraris, una giravolta/rovesciata di sinistro su cross dalla destra di Pulga: 2-2 il risultato finale.

Le basi per il secondo miracolo di Ranieri e giocatori erano state costruite giornata dopo giornata grazie alla spensieratezza di un gruppo che aveva poco da perdere ma rivelatosi solidissimo e a un ambiente compatto (società e tifoseria) che non si era lasciato abbattere neanche dopo l'1-4 di Bari il 20 gennaio 1991. "Bello ma perdente" il titolo dell'Unione Sarda il giorno dopo la sconfitta.

Paolino in azione
Paolino in azione
Paolino in azione

Punteggio pesante, eppure già allora qualche segnale di ripresa si intravedeva. "Il Cagliari ha perduto, con un punteggio che lo avvilisce, una partita che per quasi un'ora aveva dimostrato di poter vincere" scriveva Nisio Mascia nella cronaca del giorno successivo, "può sembrare incredibile ma è questa la sintesi della sconcertante prestazione fornita dai rossoblù. La nona sconfitta del campionato è anche lo specchio del girone d'andata, durante il quale il Cagliari è riuscito solo in poche circostanze a concretizzare il gioco che ha prodotto e, per contro, ha facilitato con i propri errori il compito degli avversari". Quasi fosse stato uno sprone decisivo, dalla domenica seguente Francescoli e compagni avevano cominciato la clamorosa risalita.

Pepe Herrera
Pepe Herrera
Pepe Herrera

Il 27 gennaio arriva il pareggio a Milano con l'Inter campione d'inverno: 1-1 grazie al gol di Cappioli quasi allo scadere (87') dopo quello (neanche a dirlo) di Klinsmann al 44'. Era una squadra che in attacco puntava su Paolino e Provitali, reduci dalla serie B, ai quali erano stati aggiunti il giovanissimo Pierluigi Corellas e i due uruguaiani Fonsesca e Francescoli. Allora era consentito inserire in rosa al massimo tre stranieri, e l'ultima casella era stata occupata da un altro uruguagio: Josè Pepe Herrera, stopper/incontrista di qualità, fornito di quella "garra" che ha reso celebri i calciatori del suo Paese e autore - tra le tante cose importanti fatte vedere quell'anno - di una rete fondamentale, oltre che particolarmente bella: quella del 2-1 per il Cagliari al Sant'Elia contro il Parma il 30 marzo 1991. Una staffilata appena dentro l'area da posizione centrale dopo una respinta incerta dei difensori ospiti. Era il 90', molti tifosi erano già andati via e avevano sentito l'impianto esplodere di gioia: quel gol aveva consentito ai rossoblù (in dieci dal 3' per l'espulsione di Gianluca Festa) di scavalcare il Pisa (sconfitto in casa dall'Atalanta) e di entrare in zona salvezza, già raggiunta dopo una grande rincorsa alla 24esima giornata grazie al successo nello scontro diretto contro i nerazzurri toscani (2-1) e persa nuovamente alla 26esima.

Ivo Pulga
Ivo Pulga
Ivo Pulga

Tra il successo col Parma e il pari di avvio ritorno con l'Inter il Cagliari aveva perso solo due volte in trasferta contro Cesena (0-3) e Fiorentina (1-4). Il 3 febbraio era arrivato il pari casalingo col Napoli salvato da Gianfranco Zola (che poi sarebbe sbarcato proprio a Cagliari per deliziare il pubblico sardo) dopo il vantaggio di Carlo Cornacchia; quindi l'1-1 con l'Atalanta, quello col Milan al Sant'Elia (Maldini al 29' e Matteoli al 62') e il Torino in trasferta, il successo sul Pisa nel fondamentale match salvezza (Cornacchia, ancora lui, al 44', Bosco per il pari al 61' e Fonseca all'80'), il pari con la Lazio a Roma (ancora una volta Herrera all'89'). Partite da tensione massima.

Il 7 aprile il match con la Samp di Vialli e Mancini, ormai prossima a vincere il campionato, e la meraviglia di Daniel Fonseca. L'entusiasmo era al massimo, il Lecce sbarcato a Cagliari la domenica successiva era stato messo sotto e sconfitto 2-0 (Herrera e Francescoli). Poi lo scontro più atteso, con la Juventus di Roberto Baggio: 0-0 dopo il 2-2 dell'andata. Nell'anno dello storico scudetto il 2-2 coi bianconeri aveva spianato la corsa dei rossoblù verso il titolo, 29 anni fa il pareggio aveva spalancato loro la porta della salvezza. Lecce e Pisa erano distanti 2 e 4 punti, saliti a 5 nel caso dei nerazzurri dopo il 2-2 colto dagli uomini di Ranieri a Genova col Genoa. Due domeniche dopo, l'apoteosi: archiviato lo 0-0 casalingo con la Roma, al Cagliari bastava un pari sul campo del Bologna per garantirsi la permanenza in serie A. La doppietta di Fonseca aveva regalato i due punti. "Gli indomabili restano in serie A" il titolo dell'Unione Sarda. Ed era partita la festa.

Un secondo miracolo, non l'ultimo della serie, compiuto grazie al tecnico (che l'anno seguente era approdato sulla panchina del Napoli) e a questi giocatori: i portieri Mario Ielpo e Nicola Dibitonto, i difensori Carlo Cornacchia (dal gol facile), Gianluca Festa, Aldo Firicano, Josè Oscar Herrera, Mauro Valentini; i centrocampisti Nicola Ancis, Massimiliano Cappioli, Maurizio Coppola, Luciano de Paola, Alfonso Greco, Gianfranco Matteoli, Stefano Mobili, Mauro Nardini, Ivo Pulga e Pasquale Rocco; gli attaccanti Pierluigi Corellas, Daniel Fonseca, Enzo Francescoli, Raffaele Paolino, Fabrizio Provitali. I marcatori: Fonseca 8 reti, Paolino 5, Francescoli ed Herrera 4, Cappioli e Matteoli 2, Rocco e Mobili 1. Tre autoreti. Quell'anno il Cagliari non aveva avuto un solo rigore a favore: una nota di merito ulteriore in un torneo indimenticabile.

(Tutte le foto sono archivio L'Unione Sarda)
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