L'epidemia di coronavirus ha modificato le abitudini di tutto il mondo e anche lo sport non è esente da restrizioni. In questo senso il presidente dell'Aic (Associazione Italiana Calciatori) ha chiesto delucidazioni al numero uno dell'Uefa Aleksander Ceferin.

La questione non riguarda lo spostamento o rinvio di eventuali partite (la decisione è stata già presa dai vertici della Lega Calcio), bensì i comportamenti dei 23 in campo (arbitro compreso).

Ecco, dunque, cosa è stato deciso. Dopo il gol, innanzitutto, niente abbracci, baci o contatti di alcun genere. Vietato anche stringersi la mano tra capitani poco prima dell'inizio del match.

Attenzione: non sono regole vaghe, ma un dispositivo preciso inviato dalla federazione dei medici sportivi ai club. Non si potranno nemmeno scambiare bottiglie, borracce, asciugamani né consumare cibo negli spogliatoi (molte squadre lo fanno tra un tempo e l'altro o al termine di un incontro).

Vietato toccare il rubinetto prima e dopo essersi lavati le mani. Raccomandato anche l'uso di salviettine disinfettanti monouso. Gli addetti alle pulizie, poi, dovranno sanificare di continuo tavoli, attaccapanni, pavimenti, maniglie, sedie e docce prima e dopo la partita.

Infine, nelle interviste post partita (qualora dovessero essere concesse) i giocatori dovranno distanziarsi di almeno un metro dall'interlocutore. I giornalisti avranno l'obbligo di disinfettare cuffie e microfono.

Disposizioni rigide che già stanno facendo discutere. Secondo alcuni, infatti, le precauzioni fuori dal campo verrebbero in qualche modo neutralizzate dalla dinamica del gioco.

Ad esempio: come sarà possibile evitare il contatto tra i protagonisti in campo durante un calcio d'angolo? E le trattenute o i corpo a corpo? Praticamente impossibile. Ma tant'è.

(Unioneonline/M)
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