Mister Vogue entra nel board del Cagliari. Tra le nomine decise dal Cda della società sportiva più importante della Sardegna, oltre a quella che assegna a Gigi Riva la presidenza onoraria, spicca la designazione di un top manager di Quartu, Fedele Usai, Ceo del gruppo editoriale Condé Nast, a vicepresidente vicario. Il nuovo vice di Giulini affiancherà un dirigente di grande esperienza come Stefano Filucchi, dopo che in primavera era entrato a far parte del consiglio di amministrazione del club per espressa volontà del patron. Si occuperà - secondo quanto trapela dagli uffici di via Mameli - dello sviluppo del brand Cagliari nel mondo e di curare i rapporti tra il club con nuovi partner commerciali e istituzionali, grazie a un portfolio di contatti e relazioni notevole, alla luce di un'attività che si è sviluppata, negli ultimi vent'anni, nel settore della comunicazione, sia sul fronte pubblicitario che su quello manageriale nel ramo editoriale in senso stretto.

CHI È - Fedele Usai ha 48 anni, risiede ormai da tempo a Milano. Ma è quartese di Sant'Antonio - precisa da sempre e con orgoglio -, quartiere dove ha trascorso l'infanzia tra lo studio con ottimi risultati e le interminabili partite a calcio in oratorio. Resterà, nonostante l'incarico al Cagliari, amministratore delegato di Condé Nast, gruppo che stampa periodici come Vogue, Vanity Fair e La Cucina Italiana, ultimo successo internazionale dell'azienda editoriale. Vanta un cursus honorum di tutto rispetto e svolge un lavoro da top manager che non ostenta, ma di cui va fiero. La sua città e la Sardegna sono rimaste negli anni il faro di una carriera che si è snodata - tra (poche) fermate e ripartenze (importanti) - attraverso il tentativo di indossare una divisa militare da ufficiale, interrotto per inseguire altre passioni dopo la maturità classica alla Scuola Militare Nunziatella di Napoli col massimo dei voti, la laurea con lode in Filosofia alla Cattolica di Milano, il lavoro di creativo che lo ha portato ai vertici dell'agenzia pubblicitaria Tbwa a Roma e alla mansione di responsabile della comunicazione di Fiat, oggi Fca, per espressa volontà di Sergio Marchionne, con cui ha collaborato nove anni fa al lancio internazionale della 500. Ma è l'editoria il suo lavoro di oggi, e il nuovo ruolo al Cagliari, squadra di cui è tifoso da sempre, rinsalda un legame, quello con la Sardegna, che in realtà non è mai stato reciso.

Fedele Usai con Tommaso Giulini (foto concessa)
Fedele Usai con Tommaso Giulini (foto concessa)
Fedele Usai con Tommaso Giulini (foto concessa)

In una recente intervista a L'Unione Sarda ha dichiarato che "nascere nell'Isola è stata una fortuna e un privilegio. Sono legato a luoghi come Quartu, dove sono nato, o Sorradile, un meraviglioso paesino nel centro Sardegna dove ho ancora dei parenti e trascorso periodi bellissimi, o Carloforte, il mio angolo di paradiso". Il legame con la terra Usai ha lasciato l'Isola all'eta di 15 anni, tuttavia mantiene i rapporti con i compagni del Ginnasio, frequentato al Dettori in un periodo in cui raggiungere la scuola a Cagliari, da Quartu, significava svegliarsi come minimo alle 6 del mattino per non perdere le corse utili del C Nero, il filobus diretto, o del C Rosso, che però attraversava anche gli abitati di Quartucciu e Selargius, impiegando più tempo per via del tragitto più lungo. A bordo, soprattutto il lunedì, non perdeva occasione per informarsi dalle cronache sportive de L'Unione Sarda sulle vicende dei rossoblù, abitudine che non ha mai perso. All'epoca il Cagliari non andava benissimo: erano gli anni della penalizzazione e della retrocessione in C e del disperato tentativo proprio di Gigi Riva, all'epoca presidente del club, di trovare acquirenti per salvare il titolo sportivo. Sposato, padre di tre figli, è persona riservatissima: alla mondanità preferisce la semplicità della vita familiare e - da editore - ha fronteggiato periodi di tempesta, superati in breve tempo con manovre spesso impopolari ma di indiscutibile efficacia. Intercettato telefonicamente a margine di una riunione di lavoro, il manager quartese ha preferito non commentare la nomina a vicepresidente del Cagliari, se non per ricordare di aver accettato l'incarico con lo spirito di chi vuol rendere qualcosa alla terra in cui è nato.
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