"Leggo un'intercettazione nella quale un ultras mi accusa di aver lanciato la maglietta a un gruppo di tifosi diverso dal suo. Vorrei essere chiaro: quando ho la possibilità di ringraziare qualcuno regalando la casacca, non faccio distinzioni politiche, né calcoli su quale gruppo sia meglio scegliere".

Federico Bernardeschi mette le cose in chiaro su Instagram e risponde ad alcune frasi pronunciate da Dino Mocciola, uno dei capi dei Drughi, storico gruppo di ultras bianconeri, inserite nel fascicolo dell'inchiesta "Last Banner" che ha portato all'arresto di 12 ultras bianconeri per estorsione aggravata, autoriciclaggio e violenza privata. Coinvolti anche i gruppi del tifo organizzato "Tradizione-Antichi Valori", dei "Viking", del "Nucleo 1985" di "Quelli... di via Filadelfia".

"Per me non esistono supporter più o meno degni di ricevere il mio affetto - ha sottolineato il centrocampista di Maurizio Sarri e della Nazionale -. Per me i tifosi della Juventus, quelli che ci sostengono, ci criticano, cantano o fischiano, sono tutti uguali, tutti degni e importanti. Ci unisce la passione immensa per i colori bianconeri".

(Unioneonline/M)
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