"Il calcio e la pista, il profumo della pista. E gli amici, Roma, la città che adoro e dove vive mia nonna. Sono sei mesi che non ci torno".

Queste le cose che più sono mancate a Filippo Tortu durante il lockdown. Il velocista di origine sarda si racconta in un'intervista al Tuttosport e al Corriere dello Sport.

Parla degli allenamenti nella tenuta di un nobile ("Correvo ogni mattina nel bosco tra gli scoiattoli"), di calcio e della sua passione per la Juve, di università ("Ho dato l'esame di matematica, ho preso 27 e ne vado fiero").

Ma anche e soprattutto dei suoi progetti e dei prossimi obiettivi. Il momento più brutto, sportivamente parlando, di questo periodo è stato quando hanno cancellato gli Europei di fine agosto a Parigi. "Mi è dispiaciuto forse di più del rinvio delle Olimpiadi. Avevo impostato la stagione per i Giochi, ma anche e soprattutto per vincere una medaglia sui 100 nello stadio di Charlety e riscattare il quinto posto a Berlino 2018".

I programmi sono stravolti, gli obiettivi rivisti a causa della pandemia: "Fino a tre mesi fa pensavo solo a Tokyo e Parigi, ora è un po' come navigare senza una meta. Per questo mi sono imposto un nuovo obiettivo cronometrico sui 100, anche perché il 9''99 è ormai vecchio due anni. Voglio correre in 9''92, il tempo fatto dal mio idolo, il francese Christophe Lemaitre, il primo bianco a scendere sotto il muro dei 10 secondi. Non per forza questa estate, ma mi sono tarato per farlo quanto prima, l'unica cosa che conta adesso è il tempo".

Tortu riparte da Rieti il 4 luglio, dove l'anno scorso fece un 9''97 ventoso e dunque non valido per il primato personale. Poi non vorrebbe mancare tre appuntamenti: la Diamond League di Montecarlo il 14 agosto, gli Assoluti di Padova e il Golden Gala di Roma del 17 settembre.

L'atletica farà i conti, come ogni sport, con il Covid-19. Gli atleti dovranno osservare il distanziamento in pista e si correrà in corsie alternate: "Questo non favorisce il risultato cronometrico, ma almeno non saremo obbligati a correre coi guanti. Non mi lamento, mi sento già fortunato di poter tornare a gareggiare".

Infine, un pensiero su George Floyd: "Mi sento vicino alla gente che protesta, sono per un mondo senza barriere e pregiudizi, dove tutti possano partire sulla stessa linea. E in questo senso lo sport arriva sempre prima della politica. Ma non si può cancellare la storia, che senso ha buttar giù la statua di Cristoforo Colombo?".

(Unioneonline/L)
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