Dopo le tantissime adesioni a sostegno del sit-in svoltosi nei giorni scorsi a Cabras, davanti al Museo Giovanni Marongiu, continua la battaglia della comunità per dire no allo spostamento a Cagliari di alcuni Giganti di Mont’e Prama che necessitano di essere restaurati. Ci sono interlocuzioni tra il ministero, la Sovrintendenza, la Regione e il Comune.

Scaduti gli effetti dell’ordinanza del sindaco, che aveva disposto la chiusura del museo, la situazione è in attesa di un accordo tra enti che regoli il futuro dei Giganti e la nascita della Fondazione.

Anche la petizione online promossa a favore del restauro dei Giganti di Mont’e Prama a Cabras ha superato le 6mila firme e si avvia al traguardo delle 7.500 sottoscrizioni.

Molti artisti e intellettuali hanno voluto offrire un contributo per la campagna di sensibilizzazione #GigantiaCabras.

Dopo la partecipazione del neuroscienziato oristanese Graziano Pinna, dell’Università dell’Illinois di Chicago, del virtuoso delle sei corde e compositore Andrea Cutri e del leader degli Istentales, Gigi Sanna, anche la cantante Maria Giovanna Cherchi ha manifestato la sua solidarietà alla comunità cabrarese con una toccante esecuzione dell’Inno Sardo, Procurade 'e Moderare, interpretato con impareggiabile bravura accompagnata dal chitarrista Davide Pudda.

Un modo per stare vicini anche con la musica in questa battaglia di civiltà e dignità che coinvolge il mondo artistico, sensibile alla causa della valorizzazione dei beni artistici inseriti e incorniciati dalle bellezze del territorio di ritrovamento e appartenenza.

"Sono vicina al sindaco e all'Amministrazione comunale di Cabras che si oppongono allo spostamento dei reperti archeologici che fanno parte del grande patrimonio di Mont’e Prama - ha detto la celebre cantante di Bolotana - Chiediamo che il restauro venga effettuato al Museo Giovanni Marongiu di Cabras, che le statue restino nel luogo del ritrovamento per conciliare l’archeologia con lo sviluppo del territorio, preservando la conservazione dei reperti nel loro sito, dove sono amate e curate. Oltretutto - spiega Maria Giovanna Cherchi - il momento storico in cui si prospetta il trasferimento delle opere scultoree è caratterizzato da una grave crisi e una profonda incertezza che colpiscono in maniera pesante uno degli aspetti dominanti per l’economia cabrarese: il turismo. Allontanare le statue dal territorio, le più belle fra quelle rinvenute nel sito archeologico - ha chiuso l’artista - significa lasciare sguarnita la sala museale e ridurre l’offerta culturale".

L.P.
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