Addio a un'icona della canzone francese, amica di poeti e musicisti, che ha incarnato l'anima più profonda di Saint-Germain des-Près, lo storico quartiere della rive gauche parigina frequentato da artisti di ogni dove.

Juliette Gréco è morta oggi all'età di 93 anni.

Ad annunciarlo, in un messaggio trasmesso all'agenzia France Presse, è stata la famiglia.

"Juliette Gréco - si legge nel comunicato - si è spenta circondata dai suoi cari nella amatissima casa di Ramatuelle. La sua è stata una vita fuori dal comune".

"Passione, lotta, amore e intense risate", erano queste le parole usate dall'artista per definire la sua esistenza. "Sono un clown nella vita e poi mi piace ridere. La più grande qualità della seduzione è il senso dell'ironia, quindi l'intelligenza, la derisione", affermava qualche anno fa, la voce femminile del dopoguerra francese nonché musa dell'esistenzialismo, dagli inconfondibili occhi truccati di scuro.

Juliette Gréco era nata il 7 febbraio del 1927 a Montpellier. Con la sorella Charlotte è però cresciuta nei pressi di Bordeaux, in casa dei nonni, dopo la separazione dei genitori. Un'infanzia malinconica, la descrivono i biografi, in cui la giovane Juliette - che preferiva farsi chiamare Jujube, oppure Toutoute, come la chiamavano in famiglia - si esprimeva soprattuto attraverso la danza.

Poi la guerra, che costringe la famiglia fuggire in una proprietà del Périgord, nel sud-ovest del Paese, che serve come luogo di passaggio per la Resistenza. Nel 1943, l'orrore assoluto: la mamma e la sorella vengono deportate, e lei stessa viene incarcerata in Francia per una decina di giorni. La guerra è finita che Gréco non ha ancora vent'anni. La sua bellezza, la sua sensualità cosi' libera e spontanea, conquistano intellettuali e artisti di Saint-Germain des.Près.

La giovane Juliette frequenta Marguerite Duras, Jean-Paul Sartre, Simone de Beauvoir e si esibisce nelle serate del cabaret "Le Tabou". Nella Parigi liberata, dopo l'ignominia dell'occupazione nazista, esplode la gioia di vivere e tra le mura dei club nasce il movimento esistenzialista.

Juliette Gréco incontra Miles Davis con cui avrà un'avventura.

Musa ispiratrice, poeti e chansonniers fanno a gara per scriverle testi. Raymond Queneau e Jean-Paul Sartre firmano i primi successi di questo nuovo archetipo di donna moderna, dalla voce scura e profonda, mai sentita prima. "Si tu t'imagines..." e "La Rue des Blancs-Manteaux". Ma presto amplia il suo repertorio con Jacques Prévert, Boris Vian, Charles Aznavour.

La consacrazione arriva nel 1954, con il primo concerto della 'Jolie môme", il celebre Music-Hall parigino da cui passano tutti i grandi artisti.

Dopo un matrimonio lampo con Philippe Lemaire, da cui avrà una figlia, Laurence-Marie (morta per un cancro nel 2016, lo stesso anno in cui la Greco è rimasta vittima di un ictus) attraversa gli anni Sessanta interpretando brani dei cantanti dell'epoca, Serge Gainsbourg, Léo Ferré, Jacques Brel o Georges Brassens.

Attrice per vocazione, ha recitato in "Bonjour Tristesse", nel 1958, tratto dal romanzo di Francois Sagan per la regia di Otto Preminger, all'epoca della sua love story con il produttore americano Darryl Zanuck. Ma è il suo ruolo nella serie "Belfagor ovvero il fantasma del Louvre" che la fa trionfare sul piccolo schermo nel 1965.

Durante gli anni, ha fatto numerose tournées all'estero, conservando le stesse convinzioni e gli stessi impegni politici.

Dopo un secondo matrimonio con Michel Piccoli, ha sposato, nel 1988, Gérard Jouannest, ex pianista e amico di Jacques Brel, che l'accompagnerà anche in scena.

(Unioneonline/F)
© Riproduzione riservata