"Un Anello per domarli, un Anello per trovarli/Un Anello per ghermirli e nel buio incatenarli/Nella Terra di Mordor, dove l'Ombra cupa scende". Così recita un momento della Poesia dell'Anello che lo scrittore inglese John Ronald Reuel Tolkien (1892-1973) incastonò come mantra all'interno della sua grande opera letteraria "Il signore degli anelli" pietra miliare del fantasy, anzi ad essere precisi dell'high fantasy. E la celebre poesia è anche il mantra che sta ispirando la ciclopica produzione firmata Amazon Prime che dal 17 settembre è sbarcata in Nuova Zelanda per la realizzazione della prima stagione della serie tv ispirata all'opera di Tolkien. E, attenzione attenzione, dopo neppure due mesi di riprese ecco il nuovo annuncio: si farà subito la seconda stagione.

La grande decisione avrà un'immediata ricaduta sui fan ma anche sul sistema produttivo. Tutti gli appassionati che fremono da tempo per poter godere della nuova avventura fra le terre di hobbit, elfi e nani, avranno garantita così che l'attesa fra la prima parte di narrazione e la seconda sarà minima. Se i fan gioiscono a costo zero, la decisione complica di più la lavorazione della fiction. A rivelarlo in anteprima è il sito specializzato Deadline, che dal 2006 segue con grande attenzione tutte le novità in arrivo da Hollywood.

Infatti, la comunicazione è arrivata durante uno dei celebri party hollywoodiani. Per la precisone domenica sera all'H Club durante la festa aziendale degli Amazon Studios, il capo Jennifer Salke ha rivelato alla giornalista Nellie Andreeva che la seconda stagione del "Signore degli Anelli" è già in lavorazione. Cosa vuol dire questo in pratica: che dopo le riprese dei primi due episodi della stagione uno (sono diretti dallo spagnolo Juan Antonio Bayona, già suo "Jurassic World"), si andrà in pausa per circa 5 mesi. Questo per permettere agli showrunner (curano sia l'aspetto produttivo che creativo di una serie tv) di mettere al lavoro gli sceneggiatori per la scrittura della stagione numero 2. Insomma, in casa Amazon si trotta. E alla grande. Il tutto per poter soddisfare l'aspettativa degli spettatori che sperano di vedere approdare in tv (o sui tablet) la nuova intrigante fiction.

Per chi non è ancora ferrato sul tema è bene chiarire alcuni punti. La versione televisiva del mondo di Tolkien non sarà una riduzione dei suoi romanzi più famosi né de "Lo Hobbit", né del "Signore degli Anelli", ma sarà un prequel, un racconto degli antefatti. Secondo le indiscrezioni sinora fatte filtrare siamo molto lontani dalla formazione della Compagnia dell'Anello (nella Terza Era del mondo fantastico creato da Tolkien). Ovvero, la nuova avventura è ambientata ben 508 anni prima.

Questo lo si è desunto inizialmente dalle mappe pubblicate sui social network nel profilo ufficiale The Lord of the Ring on Prime. Le cartine indicano (come hanno osservato i tolkeniani più acuti) che manca la dicitura del Regno di Rohan. In corrispondenza di quei territori c'è, invece, Calenardhon. Poiché il Regno di Rohan nasce nella Terza Era, quindi siamo nella Seconda Era, al termine della quale veniva per la prima volta sconfitto Sauron (il grande male). A fugare ogni dubbio è poi arrivata pochi giorni dopo (con un tweet) la conferma ufficiale della produzione: "Benvenuti nella Seconda Era".

Assodato che siamo in pieno prequel, passiamo ad attori e personaggi. Per ora sono stati fatti emergere i nomi dei due protagonisti. Il ruolo di Beldor è di Will Poulter (26 anni, britannico già in "Maze Runner" e "Le cronache di Narnia") mentre Markella Kavenagh (australiana, già apparsa in "The Cry" e "Picnic at Hanging Rock") sarà Tyra, un'elfa mai comparsa nei libri di J.R.R. Tolkien.

E degli attori già ammirati nella trilogia cinematografica, che ne sarà? Qualcuno sarà utilizzato per interpretare qualche avo dei personaggi di cui hanno vestito i panni? Per ora, emerge solo la disponibilità di Ian McKellen (il carismatico e blasonato artista britannico che al cinema fu in mago Gandalf) a tornare in scena sulle orme dell'immaginario creato dal grande scrittore britannico la cui opera resta più che mai fonte di nuove ispirazioni.

FRANCESCO ABATE Nuova Zelanda
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