"Sono una povera donna che faceva la serva e sono delle campagne di C. e vorrei tornarci a fare la serva o la contadina non questo mestiere che mi fa schifo. Mi aiuti signora Deputatrice, io voglio salvare mio figlio".

Così scriveva una prostituta alla senatrice Merlin appena saputo della proposta di legge per chiudere le case di tolleranza. Una legge presentata già da qualche anno ma che fu approvata solo nel febbraio del 1958.

Quegli appelli disperati e al tempo stesso dignitosi vengono fatti rivivere sul palco del Teatro Verdi di Sassari da Elena Arvigo, che domani (alle 21) porta in scena "La metafisica della bellezza. Lettere dalle case chiuse".

Lo spettacolo chiude la rassegna "Voci di donna" organizzata dalla Cooperativa Teatro e/o musica.

"Ai nostalgici che oggi vorrebbero riaprire le 'case chiuse', è bene ricordare che quei luoghi erano veri e propri lager - spiega l'attrice e regista Arvigo - come documentano le lettere che le signorine delle case scrissero alla senatrice perché, durante l'iter legislativo, non demordesse dai suoi intenti".

Le lettere delle prostitute alla senatrice Merlin furono raccolte dalla stessa senatrice e da Carla Barberis-Voltolina (moglie di Sandro Pertini) e la loro autenticità è garantita dagli originali, oggi depositati da un notaio.

"Leggere queste lettere piene di speranza e disperazione apre gli occhi su una realtà che pochi conoscono. A scrivere sono donne piene di speranza, stupore e gratitudine per chi sta mostrando interesse verso la loro situazione di 'donne perdute', per chi, come la senatrice Merlin, sta immaginando per loro un futuro diverso e migliore. Donne schiave, tra cui tante madri, costrette dalla miseria e dal bisogno a prostituirsi. Chi legge quelle lettere capisce che mai e poi mai una donna farebbe quella vita per scelta. Questo spettacolo nasce dal desiderio di informare, di risalire alle fonti di una discussione su cui spesso ancora oggi c'è tanta ignoranza".

I numeri che emergono sono impressionanti: alcune prostitute erano costrette a ricevere 60 clienti al giorno e raramente potevano uscire dal bordello che era, di fatto, una prigione. Una volta fatti i controlli sanitari in seguito alla battaglia della Merlin vennero fuori altri numeri incredibili: il 90% delle prostitute prigioniere delle case chiuse era malata di sifilide o di altre malattie veneree.

"I miei spettacoli - conclude Arvigo - sono pensati per aprire un dialogo, per trasmettere consapevolezza. Questa è la prima volto che porto in Sardegna un mio lavoro e sono davvero felice di poter incontrare un pubblico che ancora non conosco".
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