Dall'ospedale di San Gavino Monreale a quello costruito a tempo di record dall'Associazione nazionale alpini nella fiera di Bergamo per far fronte all'emergenza coronavirus.

Il sangavinese Paolo Cannas, 46 anni, ha risposto subito, dimostrando un grande cuore, all'appello della Protezione Civile ed è partito nella zona più martoriata d'Italia dalla pandemia.

Una decisione presa in fretta, di corsa, come si conviene a un infermiere che dopo il lavoro pratica l'atletica leggera, specialità corsa lunga. Ultima gara: la mezza maratona di San Valentino, il 14 febbraio a Verona, un centinaio di chilometri da Bergamo. Quasi un segno del destino per Paolo Cannas che prima di partire si è consultato con la moglie Stefania Carola (anche lei infermiera in ospedale e appassionata di atletica) e i figli di 18 e 15 anni.

La chiamata

«Abbiamo visto in tv - racconta - il bando che cercava una task force di 500 infermieri da mandare nelle zone più colpite. Mia moglie mi ha dato il benestare e ho condiviso questa decisione con tutta la famiglia».

Così è arrivata subito la chiamata per quest'infermiere che da 17 anni lavora nell'ospedale di San Gavino (gli ultimi 12 nel reparto di dialisi, i primi cinque in rianimazione) dopo aver trascorso cinque anni nella terapia intensiva neonatale alla clinica Maciotta di Cagliari.

La prima tappa è stata Roma: «Ci siamo ritrovati - racconta l'infermiere-runner - con tutti gli altri colleghi del Sud Italia e i dirigenti della Protezione civile. Dopo aver fatto il tampone (risultato negativo), sono partito per Bergamo. Sono momenti e giorni carichi di novità ed emozioni. Per me è un'importante scelta professionale e umana. In passato ho sempre desiderato andare in luoghi dove c'è bisogno e ora mi trovo a Bergamo. Prima di iniziare a lavorare abbiamo visitato l'ospedale allestito nella fiera. Siamo ancora in una "fase 1" di emergenza: speriamo che non crescano i contagi, ma non dobbiamo abbassare la guardia».

La crisi

Un messaggio accorato, quello di Paolo Cannas che parte da San Gavino, centro del Medio Campidano in cui sono già registrati alcuni decessi: «Dobbiamo affrontare questa situazione - aggiunge l'infermiere - con molta calma e tanta pazienza. È una situazione che può essere un'opportunità per cambiare molte cose soprattutto nella sanità. Questo nuovo ospedale di Bergamo è stato costruito in pochissimo tempo con l'impegno gratuito di centinaia di persone per dare respiro agli altri nosocomi e alle Rsa».

Al lavoro

Quella di Paolo Cannas sarà, in questi giorni, una corsa continua nei reparti del nuovo ospedale di Bergamo e la sua passione per lo sport sarà d'aiuto: «Ho lo stesso stato d'animo di quando devo affrontare una gara, c'è tutta la tensione ma anche la consapevolezza di vivere una bella storia per aiutare gli altri. Una volta che si parte si sa quanta benzina si ha addosso per gestire la gara. Nella mezza maratona di Verona sono arrivato al quinto posto di categoria, con il tempo di un'ora, 22 minuti, 13 secondi e 33 centesimi. La mia specialità sono le distanze dei 5 e 10 mila metri».

L'orgoglio

Paolo Cannas avrà il supporto di tutto il paese ma in generale dell'intera Sardegna. Il sindaco di San Gavino Carlo Tomasi ha parole di elogio: «È uno dei tanti eroi della sanità che generalmente rimangono nell'anonimato, limitandosi a rientrare in sterili statistiche o fredde considerazioni numeriche. Ci uniamo a Paolo Cannas e gli facciamo sentire con vigore tutto il nostro più sincero orgoglio, da sangavinesi, per la sua generosità, pari solo al suo immenso spirito di abnegazione».

Lo ricorda anche il sindaco di Lunamatrona Alessandro Merici: «Alla sagra del melone abbiamo organizzato una gara podistica che Paolo Cannas vinse. Questo ragazzo, oltre a essere un bravo atleta e un ottimo infermiere, ha un cuore immenso. È partito per dare il cambio ai suoi colleghi stremati: grazie a persone come lui vinceremo anche questa gara».

Gigi Pittau

***

https://www.unionesarda.it/sardi-nel-mondo

Potete inviare le vostre lettere, foto, video e notizie a isardinelmondo@unionesarda.it
© Riproduzione riservata