Lo scenario è comune a tutti, in Europa e fuori Europa.

I sardi che vivono all'estero, per studio o lavoro, raccontano il loro spicchio di vita, quel trantran quotidiano di tutti "contagiato" dal coronavirus. Un mondo di informazioni che arriva in Sardegna direttamente dalle loro voci. «Oggi i confini sono chiusi, nessun turista può più entrare. La compagnia Qantas ha sospeso 20mila lavoratori, chi può lavora da casa, scuole aperte, scaffali mezzo vuoti, gente che bisticcia nei market», fanno sapere da Melbourne, Australia. «I casi stanno aumentando vertiginosamente, 100-120 in più al giorno». E loro, gli italosardi, l'avevano detto che il coronavirus stava arrivando anche lì, hanno provato a mettere in guardia gli stranieri. «In Lussemburgo fino a qualche giorno fa dicevano solo di lavarsi bene le mani e mantenere un pochino di distanza dalle persone», ricorda Rita, insegnante di musica. «Il 12 marzo 34 contagiati e il primo morto nel Granducato. Da lunedì tutto chiuso. Nel weekend la mia famiglia è rimasta a casa ma dalla finestra vedevamo il parco affollato di bambini e genitori».

Carla Raggio

Parigi (Ansa)
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