Per Origano di oggi torniamo a poco più di un anno fa, al 3 dicembre del 2018, quando i super renziani Luigi Marattin, attuale capogruppo alla Camera di Italia Viva, e Maria Elena Boschi, già ministro per i rapporti con il Parlamento nel governo Renzi e sottosegretario alla presidenza del Consiglio in quello retto da Gentiloni, presentano ironicamente a Montecitorio, in commissione Bilancio, una modifica alla manovra per il 2019 per istituire borse di studio “intitolate 'Borse di studio Salvini-Di Maio' a giovani laureati in materie giuridico-economiche, con votazione non inferiore a 105/110”. La proposta viene bocciata, così come quella alla quale si riferiva, che prevedeva lo stanziamento di un milione e mezzo all’anno per lo studio dell’impatto delle norme europee sulla legislazione italiana e che aveva sollevato numerose polemiche per la sua vaghezza. Aggiungiamo solo che l’articolo al quale si riferivano le modifiche (il 18) istituiva InvestItalia, con una spesa di 25 milioni per il 2019, una struttura della presidenza del Consiglio che dovrebbe occuparsi del rilancio degli investimenti nelle infrastrutture. Peccato che dopo quasi 12 mesi non abbia ancora iniziato a lavorare.
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