Esiste una formidabile terapia, a costo zero, che si associa efficacemente a farmaci e bisturi. È il racconto. Se un tempo ci si affidava a carta e penna, oggi la rete consente di condividere immediatamente i pensieri. Per i tanti che sono in cerca di ascolto, magari per svelare ambiti segreti della propria condizione, c’è bisogno di essere ascoltati, ma bisogna farsi sentire e tirare fuori quello che si sente. Anche per aiutare chi ci sta curando. Brian Hurwitz, direttore del Centro di umanizzazione delle cure al King’s College di Londra, raccontava qualche tempo fa: «Lo studio medico è un luogo in cui l’ascolto è estremamente frammentato e solo parzialmente centrato sul paziente, quasi come un contesto in cui le due parti si parlano frequentemente una accanto all’altra, apparentemente abitando in mondi diversi. La medicina narrativa può dare una risposta a queste situazioni». Anche e soprattutto di fronte a un tumore, come quello del seno. In Italia sono oltre 37.000 le donne con tumore al seno metastatico. Tutte hanno progetti da realizzare, alcune di loro sono riuscite a raggiungerne di importanti, nonostante la malattia. A questi traguardi darà voce la quarta edizione di “Voltati. Guarda. Ascolta. Le donne con tumore al seno metastatico”. Quest’anno la campagna utilizzerà la potenza del mezzo televisivo per raccontare attraverso un docu-reality le "storie che ispirano", storie di traguardi raggiunti da pazienti con tumore al seno metastatico, in grado di incoraggiare altre donne con questa malattia a porsi obiettivi ambiziosi. Tutto questo all’interno di My Way - Storie che ispirano, un contest indetto per raccogliere e selezionare storie legate a traguardi concreti e dal valore universale. Ad accompagnare le pazienti nel viaggio verso il proprio traguardo sarà una guida d’eccezione: Paola Marella, personaggio televisivo, architetto e interior designer, coinvolta nella campagna come testimonial e conduttrice del docu-reality realizzato con le migliori storie selezionate. Fino al 26 luglio le donne che affrontano la malattia che hanno realizzato un traguardo di vita che credevano arduo a causa della malattia o i familiari, amici, vicini, potranno caricare la loro storia sul sito dell’iniziativa.

Federico Mereta
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