Nel giro di un mese o poco più si voterà due volte in quasi la metà dei Comuni sardi.

Sono 160 i centri chiamati a rieleggere nel 2020 il sindaco e il Consiglio comunale, circa il 42 per cento dei 377 totali. Tutti invece dovranno andare alle urne per il referendum sul taglio dei parlamentari.

Per quest'ultimo voto il decreto elezioni ha recentemente approvato la data del 20 settembre.

Ma poiché la Giunta regionale sarda non è intenzionata a creare un grande election day, la data delle amministrative dovrebbe cadere almeno un mese dopo l'appuntamento referendario in una domenica tra ottobre o addirittura novembre.

Nel voto di settembre, che coincide tra l'altro con le Regionali in Campania, Liguria, Toscana, Puglia, Veneto e Marche, si svolgeranno anche le suppletive per il collegio senatoriale del Nord Sardegna: dev'essere eletta la persona che sostituirà a Palazzo Madama Vittoria Bogo Deledda, morta nello scorso mese di marzo, che nel 2018 aveva vinto sotto il simbolo del Movimento 5 Stelle la contesa per quel seggio. Un risultato che verrà presumibilmente influenzato non solo dalle qualità dei singoli candidati, ma dal gradimento delle politiche attuate dal Governo Conte e dai vari partiti nello scenario nazionale.

Per le forze politiche locali però sarà sicuramente più importante il voto nei Comuni, anche se coinvolge solo uno dei capoluoghi sardi, cioè Nuoro. Gli altri tre centri in cui sarà possibile il ballottaggio, perché hanno più di 15mila abitanti, sono Quartu, Sestu e Porto Torres.

(Unioneonline)
© Riproduzione riservata