Crisi sì o crisi no?

Il divorzio tra Lega e Movimento 5 Stelle, che nei giorni scorsi sembrava essere ormai ufficiale, vista l'annunciata volontà di Matteo Salvini di staccare la spina, sembra essere nuovamente rimesso in discussione.

Il leader del Carroccio, infatti, in vista del fatidico 20 agosto, quando il presidente del Consiglio si presenterà in Parlamento per verificare se c'è ancora una maggioranza che lo sostiene, ha lanciato segnali di distensione agli alleati (finora) pentastellati.

"Se qualcuno vuole dialogare io sono qua, sono la persona più paziente del mondo e il mio telefono è sempre acceso e in questi giorni squilla parecchio", ha detto il ministro dell'Interno.

E ancora, con i 5 Stelle, ha aggiunto Salvini, "ci sono state tante frizioni, quando sono arrivate ad essere troppe e ti rendi conto che il Governo è fermo ti domandi se l'Italia può sopportare un Governo fermo e litigioso. Secondo me no".

"Siamo alle porte di una manovra economica che dovrà essere ambiziosa. Poi - ha aggiunto - se qualcuno vorrà dialogare, per carità di Dio, io sono la persona più paziente del mondo. Ma sto al Governo solo e soltanto se posso fare le cose, se posso occuparmi di sicurezza. Se devo occupare metà del mio tempo agli insulti degli alleati è una cosa originale".

Insomma, non è detto che l'alleanza giallo-verde, pur agonizzante, sia del tutto spacciata.

Certo è che i rapporti all'interno del Consiglio dei ministri appaiono quanto mai compromessi.

LA LETTERA DI CONTE - Il premier Giuseppe Conte ha indirizzato al suo vice, sponda Lega, una missiva di fuoco, a proposito del caso Open Arms, la nave carica di migranti lasciata per giorni dal Viminale davanti a Lampedusa, sottolineando la "fedele e ossessiva concentrazione" di Salvini nell'affrontare il tema migranti, "riducendolo alla formula porti chiusi".

"Sei un leader politico e sei legittimamente proteso a incrementare costantemente i tuoi consensi. Ma parlare come ministro dell’Interno e alterare una chiara posizione del tuo presidente del Consiglio, scritta nero su bianco, è questione diversa", ha aggiunto il presidente del Consiglio, che ha anche definito l'atteggiamento del vicepremier un "chiaro esempio di sleale collaborazione, l’ennesima a dire il vero, che non posso accettare".

DI MAIO - Parole di chiusura a ogni soluzione positiva della crisi anche da parte del capo politico del M5S, Luigi Di Maio.

Salvini "ora è pentito, ma ormai la frittata è fatta. Ognuno è artefice del proprio destino. Buona fortuna!", ha detto il numero uno pentastellato.

E anche Alessandro Di Battista ha fatto intendere che il Movimento 5 Stelle non è più pronto ad andare appresso all'alleato.

"Il Ministro del tradimento inizia a dare cenni di pentimento " ma "semmai il M5s dovesse avere ancora un qualsiasi rapporto istituzionale con la Lega Nord pretenda interlocutori più seri e preparati".

Cosa accadrà nelle prossime ore?

MAXI-RIMPASTO? - Qualcuno parla di maxi-rimpasto, altri di fine segnata per l'esperienza giallo-verde. E resta in piedi l'ipotesi di una nuova maggioranza.

L'impressione è che possa accadere tutto e il contrario di tutto.

Lo conferma anche Roberto Maroni, leghista doc, che Salvini lo conosce bene. "Ferragosto in politica è il periodo dei colpi di Stato, non certo dei colpi di testa", ha detto l'ex governatore della Lombardia. Che ha aggiunto: "Conoscendo la rapidità di manovra di Matteo Salvini, che è capace di muoversi alla velocità della luce e finora le ha sempre vinte tutte, non mi stupirei se ci riservasse, da qui a martedì, nuove sorprese".

(Unioneonline/l.f.)
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