Una lettera aperta, molto dura, con cui Giuseppe Conte attacca Matteo Salvini, che ieri ha reso pubblica, riassumendola in maniera non rispondente alla realtà, una comunicazione istituzionale del premier al ministro dell'Interno.

"Un chiaro esempio di sleale collaborazione, l'ennesima a dire il vero, che non posso accettare", scrive il presidente del Consiglio nella missiva che certifica il livello di tensione - ormai altissimo - che si respira nell'esecutivo.

"Ti scrivo questa lettera aperta perché il caso della nave Open Arms domina ormai le prime pagine dei giornali e perché sono costretto a constatare che anche la corrispondenza d’ufficio tra la Presidenza del Consiglio e il Viminale viene poi riportata sui giornali e allora tanto vale renderla pubblica all’origine, per migliore trasparenza anche nei confronti dei cittadini", è l'incipit.

Poi si va al dunque: "Ti ho scritto ier l’altro una comunicazione formale, con la quale, dopo avere richiamato vari riferimenti normativi e la giurisprudenza in materia, ti ho invitato, letteralmente, 'nel rispetto della normativa in vigore, ad adottare con urgenza i necessari provvedimenti per assicurare assistenza e tutela ai minori presenti nell’imbarcazione'. Con mia enorme sorpresa, ieri hai riassunto questa mia posizione attribuendomi, genericamente, la volontà di far sbarcare i migranti a bordo".

Il premier critica poi la "fedele e ossessiva concentrazione" di Salvini nell'affrontare il tema migranti, "riducendolo alla formula porti chiusi".

"Sei un leader politico e sei legittimamente proteso a incrementare costantemente i tuoi consensi. Ma parlare come ministro dell’Interno e alterare una chiara posizione del tuo presidente del Consiglio, scritta nero su bianco, è questione diversa".

Poi l'affondo: "È un chiaro esempio di sleale collaborazione, l’ennesima a dire il vero, che non posso accettare. Come ho sempre pubblicamente rappresentato, il tema dell’immigrazione è un tema complesso. Va affrontato con una politica di ampio respiro, come ho provato a fare sin dal primo Consiglio europeo al quale ho partecipato, a fine giugno 2018, evitando di lasciarci schiacciare dai singoli casi emergenziali".

E ancora: "Mi batterò sino all’ultimo giorno perché si affermi un meccanismo europeo, da applicare in via pressoché automatica, per operare una redistribuzione che veda tutti i Paesi dell’Unione pienamente coinvolti, in modo da evitare che i Paesi di primo sbarco, come l’Italia, siano abbandonati a sé stessi. In attesa che si attui sono sempre personalmente intervenuto, con gli altri Paesi europei, per pretendere e ottenere una redistribuzione dei migranti che sono sbarcati nei nostri porti. E a questo proposito dobbiamo dare atto che sia la Commissione europea sia alcuni leader europei ci hanno sempre teso la mano per sbloccare situazioni emergenziali".

E ancora: "Questo è il momento di insistere in direzione di una soluzione sempre più europea, altrimenti l’Italia si ritroverà completamente isolata in una situazione che diventerà, nuovamente, via via sempre più ingestibile. In definitiva, se davvero vogliamo proteggere i nostri 'interessi nazionali', non possiamo limitarci a esibire posizioni di assoluta intransigenza. Abbiamo chilometri di coste e siamo a una manciata di ore di navigazione dall’Africa e dal Medio Oriente. Da ultimo tu stesso hai constatato come è difficile contrastare i quotidiani, minuti sbarchi clandestini. Non possiamo agire da soli".

Un ultimo aggiornamento su Open Arms: "Francia, Germania, Romania, Portogallo, Spagna e Lussemburgo mi hanno appena comunicato di essere disponibili a redistribuire i migranti. Ancora una volta, i miei omologhi europei ci tendono la mano".

E la chiosa, tutta rivolta al leader della Lega: "La tua foga politica e l’ansia di comunicare ti hanno indotto spesso a operare slabbrature istituzionali, che a tratti sono diventati veri e propri strappi istituzionali. Per queste ragioni mi sono ritrovato costretto a intervenire varie volte - l’ho fatto perlopiù riservatamente - non per l’ansia di contrappormi politicamente alle tue iniziative, ma per la necessità di rivendicare l’applicazione del principio di leale collaborazione, che è fondamentale per il buon funzionamento delle istituzioni pubbliche".

Immediata, immancabile, è arrivata la risposta di Salvini: "Leggo con stupore che mi rimprovera un'ossessione per i porti chiusi, parla di rabbia, slealtà, ansia, foga e altro ancora. Sono stato leale e sempre lo sarò nel pieno rispetto di ogni carica istituzionale. Ma con me i porti sono e rimarranno chiusi. Ed è chiaro che, senza questa fermezza, l'Ue non avrebbe mai mosso un dito, lasciando l'Italia e gli italiani soli".

Infine la stilettata: "Se come ministro dell'Interno si preferisce qualcuno del Pd basta dirlo".

DI MAIO - Nuova stoccata al leader della Lega anche da Luigi Di Maio. Il capo politico del Movimento 5 Stelle ha parlato della frenata del ministro dell'Interno sulla crisi, dopo le esternazioni dei giorni scorsi. "Salvini ora è pentito, ma ormai la frittata è fatta. Ognuno è artefice del proprio destino. Buona

fortuna!", ha scritto su Facebook il ministro del Lavoro.

SALVINI - Dal canto proprio, Salvini ha ribadito che ritrovare accordo nell'alleanza giallo-verde può ancora essere possibile prima del 20 agosto, giorno in cui Conte si presenterà in Parlamento.

"Se qualcuno vuole dialogare io sono qua, ono la persona più paziente del mondo e il mio telefono è sempre acceso e in questi giorni squilla parecchio", ha detto il segretario del Carroccio.

(Unioneonline/L)
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