Una bomba giudiziaria scuote la Lega. Questa mattina è stato arrestato Paolo Arata, ex consulente per l'Energia del Carroccio ed ex deputato di Forza Italia.

"Intestazione fittizia con l'aggravante mafiosa, corruzione e autoriciclaggio", queste le contestazioni mosse dalla procura di Palermo e dalla Dia di Trapani.

Nel mirino degli inquirenti gli affari di Arata con Vito Nicastri, il "re" dell'eolico ritenuto vicino al super latitante Matteo Messina Denaro, e presunte tangenti pagate a un dirigente regionale.

Assieme a lui questa mattina sono stati arrestati il figlio Francesco, Vito Nicastri e suo figlio Manlio. Ai domiciliari Alberto Tinnirello, dirigente dell'assessorato regionale all'Energia. Sequestrate anche alcune società che gestiscono impianti eolici.

La svolta che ha portato all'arresto è arrivata dopo le perquisizioni dello scorso 17 aprile, da cui sarebbero emersi riscontri alle ipotesi d'accusa. Negli affari di Arata con il "re" dell'eolico ci sarebbe, scrive il gip, "un elevato rischio di infiltrazioni di Cosa Nostra".

Dalle attività di indagine, si legge nell'ordinanza, "è emerso che Arata ha portato in dote alle iniziative imprenditoriali con Nicastri gli attuali influenti contatti con esponenti della Lega, effettivamente riscontrati e spesso sbandierati da Arata medesimo e di cui informava puntualmente Nicastri".

CASO SIRI - Il filone d'inchiesta è un altro ed è stato trasferito a Roma, ma Arata è il personaggio che qualche settimana fa ha portato alle dimissioni del sottosegretario leghista Armando Siri, indagato per corruzione in relazione a una presunta tangente da 30mila euro. Siri in cambio avrebbe presentato un emendamento, bocciato dai 5 Stelle, con lo scopo di ottenere altri finanziamenti per Nicastri.

Siri, difeso da Salvini, non voleva dimettersi. Fu sostanzialmente dimissionato dal premier Giuseppe Conte dopo un lungo pressing dei 5S.

E nell'ordinanza d'arresto del gip si legge che "tra i fatti di reato sono emersi anche ipotizzati accordi corruttivi raggiunti a Roma nel settembre 2018 da Paolo Arata, dal figlio Francesco e dall'attuale senatore Armando Siri".

M5S - "Rispetto il lavoro dei magistrati e non entro nel merito, certo in questo caso la puzza di bruciato si sentiva da lontano", è il commento di Luigi Di Maio.

Ancora più duro Di Battista: "Il governo vada avanti - ha scritto su Facebook - c'è un contratto da rispettare e ci sono cose da realizzare. Ma allo stesso tempo M5S deve continuare a denunciare il malaffare dilagante, reso possibile dalle relazioni pericolose dei partiti. Anche uno dei figli di Arata è finito in carcere, l'altro ha ottenuto un contratto a Palazzo Chigi grazie a Giorgetti. La Lega non sta rubando solo voti a Forza Italia, anche uomini e dinamiche".

Il sottosegretario Stefano Buffagni invece: "Gli arresti dimostrano che su Armando Siri avevamo ragione. Da corruzione e mafia è fondamentale prendere le distanze".

(Unioneonline/L)
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