Armando Siri, sottosegretario di Stato per le Infrastrutture e senatore della Lega, è indagato dalla procura di Roma per corruzione.

Lo riporta "La Repubblica".

Al centro dell'inchiesta, condotta in parallelo dalla Direzione investigativa antimafia di Palermo e dai pm della Capitale, oltre all'esponente genovese del Carroccio, ci sarebbero altre nove persone.

L'indagine ipotizza uno scambio di favori e denaro che avrebbe agevolato le aziende attive nell'eolico vicine a un imprenditore del settore energetico, Vito Nicastri, di Alcamo (Trapani), da un anno agli arresti domiciliari, he secondo gli investigatori ha coperto e finanziato la latitanza del boss di Cosa Nostra Matteo Messina Denaro.

Intanto sono in corso perquisizioni disposte dalla Dia tra Roma, nell'abitazione di Nicastri, e il capoluogo siciliano, negli uffici dell'assessorato regionale all'Energia.

"Io indagato? Non so se ridere o piangere", ha commentato il sottosegretario.

Sul caso è intervenuto anche il vicepremier Luigi Di Maio.

"Se i fatti sono questi Siri si deve dimettere dal governo. Va bene aspettare il terzo grado di giudizio ma c'è una questione morale e se c'è un sottosegretario coinvolto in un'indagine così grave non è più una questione tecnico-giuridica ma morale e politica", ha dichiarato il leader del Movimento 5 Stelle.

"Non so se Salvini concorda con questa mia linea intransigente ma il mio dovere e tutelare il governo e credo che anche a lui convenga tutelare l'immagine della Lega", ha poi concluso.

TONINELLI DISPONE IL RITIRO DELLE DELEGHE DI SIRI - Intanto il ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti, Danilo Toninelli, ha disposto il ritiro delle deleghe al sottosegretario, "in attesa che la vicenda giudiziaria assuma contorni di maggiore chiarezza".

Lo fa sapere con una nota lo stesso dicastero.

Secondo il ministro, "una inchiesta per corruzione impone infatti in queste ore massima attenzione e cautela".

(Unioneonline/F)

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