Dopo un caso di Coronavirus, la chiusura per due settimane e la quarantena dei dipendenti, il Policlinico Sassarese sta per essere riaperto.

Assieme al Mater di Olbia è stato individuato dalla Regione per diventare Covid-Hospital. Lo si era deciso qualche tempo fa, appena era schizzata verso l'alto la percentuale di positivi nel nord Sardegna e soprattutto a Sassari. E si sono accelerati i tempi ora che la tendenza è stata confermata e che la maggior parte dei casi ha riguardato personale sanitario.

La necessità - Inoltre, è stato accertato che con un solo Ospedale e soprattutto un solo Pronto soccorso (il Santissima Annunziata) è impossibile separare in maniera netta i percorsi di pazienti sospetti per quanto riguarda i contagi da tutti gli altri. Da sabato anestesisti e rianimatori stanno formando il personale del Policlinico che dovrà prestare servizio nei reparti di terapia intensiva e sub intensiva. Sono 12 operatori e 22 posti letto. Le postazioni sono state allestite in due piani diversi, ma nell'area dedicata alla terapia sub intensiva dovrebbero essere posizionate altre due postazioni ancora per la terapia intensiva. L'esperienza ha dimostrato che in alcuni casi le condizioni dei pazienti peggiorano in maniera improvvisa e per questo occorre essere il più tempestivi possibile. Altri 60 posti letto saranno invece destinati ai pazienti meno gravi. Saranno questi i primi ad essere trasferiti al Policlinico, a iniziare da oggi mentre quelli in condizioni più gravi arriveranno tra mercoledì e giovedì. Una delle ipotesi è che al Policlinico trovino posto molti degli anziani di Casa Serena, dove in tutto gli utenti contagiati sono 52.

La riapertura - Per l'Ospedale Sassarese si tratta delle seconda riapertura in pochi mesi. L'anno scorso il fallimento decretato dal Tribunale di Sassari aveva portato alla sospensione delle attività. Il personale era stato collocato in cassa integrazione e poi reinserito al lavoro nella Sanità pubblica attraverso un innovativo accordo Regione, sindacati e Confindustria. A sorpresa era stato però acquistato alla prima asta fallimentare dal gruppo Labor Spa di Pescara che in tempi brevi aveva richiamato il personale e riavviato l'attività poi sospesa a metà marzo, per la scoperta della positività di un paziente dopo un intervento chirurgico.

Olbia e Alghero

Proseguono intanto i lavori per mettere a disposizione dei pazienti Covid anche il Mater Olbia. Ne ha parlato il sindaco Settimo Nizzi in una conferenza stampa. Sono stata definiti i percorsi e allestito un nuovo ingresso per gli accessi di personale e pazienti. Sono a disposizione 4 posti letto di terapia intensiva, un reparto di degenza non intensivo con 16 posti letto. A breve infine sarà attivato un nuovo reparto di Malattie infettive, ancora con 16 posti, in ambiente a pressione negativa. Nizzi ha anche parlato della possibile apertura di un laboratorio a Olbia per i test del coronavirus. Non è ancora stato stabilito se sarà al Mater o al Giovanni Paolo II.

Ad Alghero invece l'arrivo di sette respiratori e altrettanti monitor potrebbe portare in tempi brevissimi alla tanto attesa apertura del reparto di Terapia intensiva e semintensiva dell'Ospedale civile. Lo ha annunciato il presidente del Consiglio regionale Michele Pais che ha partecipato a una riunione con il sindaco Mario Conoci e il primario di Anestesia Salvatore Pala. Era presente anche l'ex responsabile della Rianimazione Giuseppe Liperi che ha dato la sua disponibilità a rientrare in servizio. Non sarà un reparto dedicato ai pazienti Covid ma servirà a liberare i posti in altre strutture della provincia.

Franco Ferrandu

(L'ospedale privato sassarese era stato chiuso lo scorso anno dopo il fallimento e poi fermata l'attività di nuovo a marzo in seguito alla scoperta di un caso positivo tra i pazienti)
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