Uno sguardo di troppo, qualche spintone. Succede spesso in discoteca, ma questa volta sono arrivati anche due fendenti: il primo Giovanni Fresi, 26enne di Sassari, lo ha parato ferendosi al braccio, il secondo lo ha colpito all'addome e non gli ha lasciato scampo.

Una tragedia che si è consumata davanti al bancone del bar del Blu Star, a Ossi, sotto gli occhi attoniti di decine di persone: alcuni hanno subito soccorso la vittima, altri - terrorizzati - sono scappati via. Fresi urlava disperatamente per il dolore, avrebbe anche reagito contro coloro che volevano soccorrerlo. Portato al Santissima Annunziata di Sassari verso le 5 del mattino, è morto dieci ore dopo in ospedale.

L'aggressore, Giuseppe "Dibo" Elias, padre siriano e madre di Ittiri, è stato arrestato. I carabinieri lo hanno intercettato qualche ora dopo i fatti dalla mamma, nelle campagne tra Ittiri e Villanova Monteleone.

VECCHIE RUGGINI - Tutto da chiarire il movente: si parla di ruggini per degli apprezzamenti non richiesti a una ragazza di qualche giorno prima, anche di un debito. Le ipotesi sono al vaglio degli investigatori.

Tanto che, pare, non ci sarebbe stata alcuna lite nata per futili motivi all'interno del locale. Testimoni parlano di una vera e propria aggressione, avvenuta verso le 4.30: sarebbe spuntato immediatamente il coltello, molto grosso e con doppia filatura. Perché Elias lo aveva con sé?

LA TESTIMONIANZA - Sotto choc Piero Muresu, che da 40 anni è nella società che gestisce il Blu Star di Ossi assieme al fratello, ed è anche assessore comunale al Turismo, Ambiente e Sport: "Era una serata tranquilla, poi è arrivata una barista a dirmi che stava accadendo qualcosa. Ho pensato a un litigio, ma mai avrei pensato a un dramma del genere".

Attimi molto concitati, che Muresu ripercorre così: "Sono corso nella zona del bar e ho visto il ragazzo ancora in piedi: usciva tanto sangue, lui era agitato e spaventato, tanto che ha reagito quando mi sono avvicinato. Poi gli ho spiegato chi ero e si è lasciato soccorrere".

Poi sono usciti dal locale e hanno atteso l'ambulanza, minuti che "sembravano ore".

Non pensa alle ripercussioni che potrebbe avere sul locale, che resterà inevitabilmente legato alla tragedia della scorsa notte: "Ho visto che sui social scrivono di tutto, ma io penso a quel povero ragazzo. Non conoscevo né lui né l'aggressore, ma al di là di questo sono fatti che non ci appartengono. Non conosco i motivi, so solo che è tutto assurdo, mi sembra di aver assistito alla scena di un film".

Il locale si costituirà parte civile nel processo.

(Unioneonline/L)

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