Anche dalle bonifiche passa lo sviluppo economico del territorio di Porto Torres e non solo. I tempi del risanamento ambientale dei terreni inquinati previsti da Eni nel Protocollo d'Intesa del 2011, sono abbondantemente saltati.

A ribadirlo è il Partito sardo D'azione cittadino, sezione Simon Mossa. "Non sappiamo quando la multinazionale di Stato ci libererà finalmente dei veleni interrati nel sottosuolo dell'area industriale. Sappiamo, viceversa, che la maggioranza 5 Stelle non ha detto mezza parola sul progetto Nurtaghe, che prevede la realizzazione di una discarica, tra le più grandi d'Europa. E pensare che nel programma elettorale di Wheeler & C, i pentastellati scrivono che sono contro la realizzazione di nuove discariche ed, addirittura dell'ampliamento di quelle esistenti. I fatti smentirebbero quanto promesso dai grillini: Scala Erre ampliata, discarica Asi ampliata, megadiscarica Eni approvata!".

Ancora, il Psd'Az cittadino non condivide che il consiglio comunale tutto non porti in aula l'argomento, al fine di informare la comunità sullo "stato dell'arte" delle bonifiche del sito di Minciaredda e del resto di tutta l'area industriale. "Assistiamo invece ad un consiglio, nella sua interezza, colpevolmente muto su una questione di un'importanza straordinaria sotto il profilo ambientale e della salute pubblica", - sottolinea il segretario Ilaria Faedda - "La nostra preoccupazione è che i vertici Eni hanno capito la debolezza politica ed istituzionale del sindaco e della sua maggioranza, che, sommata all'inspiegabile silenzio dell'opposizione, lasciano campo libero a chi sta dimostrando di non fare gli interessi di questo territorio, - aggiunge il segretario Psd'Az - portando avanti solo progetti sulle energie rinnovabili, realizzati con imprese e maestranze straniere, lasciando a Porto Torres solo ed esclusivamente qualche miserevole briciola già esaurita".

Il partito dei Quattro Mori chiede, così come previsto nel Protocollo d'Intesa, l'insediamento urgente della commissione di vigilanza e controllo sul rispetto del crono programma dei lavori. "Che fine ha fatto l'impegno di Eni nel formare le imprese locali, affinché possano partecipare agli appalti che la multinazionale bandisce" - chiedono i dirigenti sardisti - "così come chiediamo fortemente di investire nel nostro territorio i 230 milioni di euro previsti per la realizzazione della centrale a biomasse, mai costruita. Per ciò che ci riguarda, comunque, noi ci attiveremo nei confronti di Regione e Provincia per far sì che si mettano in campo ogni strumento che imponga ad Eni il rispetto degli impegni assunti con tutte le istituzioni sarde".
© Riproduzione riservata