È stata fissata per il 25 marzo la sentenza del processo d'appello nei confronti dell'ex sindaco di Assemini, Mario Puddu, condannato in primo grado ad un anno per abuso d'ufficio.

Questa mattina davanti alla Corte presieduta dal giudice Massimo Poddighe, il vice procuratore generale Sergio De Nicola ha chiesto la conferma integrale della sentenza di primo grado, ritenendo che l'ex coordinatore regionale del Movimento 5 Stelle in Sardegna abbia commesso abusi nella nomina di un dirigente. A seguito della condanna di primo grado pronunciata due anni fa dal Gup, Roberto Cau, Puddu aveva rinunciato alla candidatura a governatore dell'Isola per il Movimento.

Hanno invece chiesto l'assoluzione dell'ex portavoce grillino gli avvocati difensori Mauro Barberio e Massimiliano Ravenna, ribadendo il fatto che i dipendenti scelti avevano i profili necessari e dunque non sarebbe stato commesso alcun reato. Di diverso avviso l'avvocato di parte civile Francesco Marongiu che ha ribadito come la scelta fosse viziata da motivi privati.

I fatti che gli sono costati la condanna risalgono al 2015 quando tre consigliere pentastellate dissidenti, poi espulse, presentarono un esposto contro l'allora sindaco, nel quale lo accusavano di aver ideato una pianta organica del Comune di Assemini in modo tale da demansionare una dipendente - costituitasi parte civile - a vantaggio di altre due, non indagate. Una delle due dipendenti è la moglie dell'avvocato Francesco Murtas, vicino all'ex sindaco Puddu, anch'egli condannato a un anno di reclusione. Anche nel suo caso il pg ha chiesto la conferma della sentenza mentre il difensore Matteo Serra ha sollecitato l'assoluzione.
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