Una traccia di sangue su una portiera della Fiat Panda di Joselito Marras: il sangue di Davide Mirabello. E quella Fiat Panda, confermano alcuni testimoni, il pomeriggio di domenica 9 febbraio era parcheggiata sulla strada Funtana Pirastu, poco fuori Dolianova, vicino a un terreno dove Marras e suo figlio Michael avevano condotto al pascolo il proprio gregge.

Il luogo di quello che i carabinieri definiscono un regolamento di conti nel quale i fratelli Mirabello, Davide e Massimiliano, hanno avuto la peggio.

Sono i dettagli rivelati dal colonnello Michele Lastella, comandante del Nucleo investigativo provinciale dei carabinieri, in merito alle indagini che questa mattina hanno aperto le porte del carcere a Joselito e Michael Marras, in stato di fermo, con l'accusa di duplice omicidio e occultamento di cadaveri. Indagini in cui hanno giocato un ruolo anche le immagini filmate da diverse telecamere di sicurezza attive in paese.

Ecco la ricostruzione degli investigatori.

Domenica 9 febbraio, dopopranzo, Davide sta rientrando nel casolare dove vivono il fratello, la cognata e i loro due figli. A Funtana Pirastu incrocia i Marras, coi quali in passato ci sono stati screzi (i Mirabello li ritengono responsabili dell'uccisione di un loro cane e dell'incendio di un loro capanno, e nell'ottobre 2018 erano stati coinvolti nel pestaggio di Michael Marras). C'è un'ennesima provocazione. Davide raggiunge il capanno e insieme al fratello Massimiliano, a bordo della Volkswagen Polo di quest'ultimo, escono per affrontare i Marras. Poco dopo la moglie di Joselito e madre di Michael Marras si reca in un distributore di benzina e riempie una tanica di carburante che per i carabinieri servirà per incendiare la Polo dei Mirabello: su questa, dopo il delitto, sarebbero stati caricati i corpi, poi occultati. Padre e figlio sono stati bloccati lungo la strada che conduce a un loro terreno: si sono trovati davanti uno spiegamento di forze. I carabinieri hanno schierato, oltre al Nucelo investigativo provinciale, lo Squadrone eliportato e i militari del Nucleo operativo radiomobile che hanno condotto le indagini nella fase iniziale. Decisivo il ruolo del Ris che ha esaminato una parte dei numerosi reperti raccolti nel corso delle ultime cinque settimane. L'indagine continua: i carabinieri lavorano per identificare i soggetti che hanno favorito ed aiutato i Marras per occultare i cadaveri dei Mirabello. Per oltre un mese i corpi sono stati cercati, oltre che dai militari del Nucleo Investigativo e della Compagnia di Dolianova, anche con l’ausilio dei Cacciatori di Sardegna, del IX Battaglione, di unità cinofile (incluso un cane molecolare arrivato da Bologna) e dei Vigili del fuoco di Cagliari. Allo stato le ricerche continuano controllando luoghi mirati e selezionati.
© Riproduzione riservata