La bimba gironzola nel soggiorno invaso da giocattoli, pupazzi e vestitini. Mentre in tv scorrono le immagini di un cartone animato, lei sorride e scherza con lo sconosciuto cronista piombato nel paese della Provincia di Cagliari per capire come sia stato possibile che il padre l'abbia lasciata chiusa in auto nel parcheggio di un ipermercato. Festeggia il suo secondo compleanno e probabilmente non si è nemmeno accorta di quanto accaduto ventiquattr'ore prima, davanti al Carrefour di viale Marconi a Quartu. Cerca continuamente il papà, l'uomo di 57 anni denunciato per abbandono di minori. L'uomo respinge al mittente tutte le accuse: «Stravedo per la mia bambina, avuta dopo più di venticinque anni dall'ultimo figlio. Sognavo di avere una bambina, dopo due maschi. Secondo voi se fosse stata in pericolo o se avesse rischiato un malore l'avrei lasciata nell'auto? Non c'era sole, la giornata era coperta e molto ventosa: i finestrini abbassati facevano circolare l'aria. Dormiva e io mi sono assentato per dieci minuti. Non sono il mostro che in tanti hanno voluto dipingere».

Disoccupato per una serie di sfortunate vicende riguardanti le attività che gestiva fino a qualche anno fa, tiene tra le mani il verbale di identificazione ed elezione di domicilio rilasciato dai carabinieri della compagnia di Quartu, intervenuti domenica verso le 14. Qualcuno aveva segnalato la presenza di una bambina piccola, sola, nel seggiolone di un'auto parcheggiata nelle vicinanze dell'ingresso del centro commerciale. La mamma della bimba lavora in un altro paese e sta fuori casa per molte ore. «Mi occupo quasi sempre io di nostra figlia».

La bambina con i carabinieri (foto L'Unione Sarda)
La bambina con i carabinieri (foto L'Unione Sarda)
La bambina con i carabinieri (foto L'Unione Sarda)

Sa di aver commesso un reato?

«La bimba dormiva e l'ambiente all'interno della vettura era gradevole. Chi parla di caldo infernale dice una falsità. Mi sono assentato una decina di minuti: avevo preso tutte le precauzioni del caso. Dopo la rapida commissione sono tornato a prendere mia figlia. L'avrei svegliata per andare a comprarle un vestitino, la pizza e la torta per il suo compleanno. Lo abbiamo fatto più tardi, dopo la tappa nella caserma dei carabinieri».

Perché non ha portato subito con sé sua figlia?

«Dopo pranzo ci siamo messi in auto dal paese dove viviamo. Dovevo cambiare compagnia telefonica e fare altre compere. Così ho deciso di raggiungere il centro commerciale Le Vele: avrei trovato tutto. La piccola si è assopita. Ho parcheggiato praticamente davanti all'ingresso del supermercato. Lei dormiva serenamente, così ho pensato di sbrigare subito la pratica per il trasferimento di operatore telefonico. Lei si sarebbe annoiata».

Non ha sentito gli annunci diffusi con l'altoparlante?

«C'era un vociare continuo, impossibile sentire gli appelli. Ho saputo dai carabinieri che erano stati fatti degli annunci ma non mi sono accorto di nulla».

Quando è tornato verso la sua vettura si è preoccupato?

«Direi proprio. Ho visto carabinieri e vigilantes. Poi una signora. Pensavo fosse accaduto qualcosa alla bimba. Quando mi hanno spiegato il motivo della loro presenza sono cascato dalle nuvole».

Qualcuno ha tentato di aggredirla?

«Ma quando mai. Sono stato ripreso dai carabinieri e da una guardia giurata. Nessun tentativo di linciaggio come raccontato da qualcuno».

Poi cosa è successo?

«Ho spiegato ai militari cosa fosse accaduto. Dicono che mi sono assentato mezz'ora. Non mi risulta: sono trascorsi più o meno dieci minuti. Chiedo che vengano recuperate le immagini delle telecamere di sicurezza: lo potranno confermare. I carabinieri mi hanno detto di seguirli in caserma per la denuncia: un atto obbligatorio. Non so chi li abbia chiamati. So soltanto che la bimba stava bene: il personale dell'ambulanza del 118 non ha dovuto far nulla, la piccola era arzilla dopo lo spavento iniziale. Per aprire l'auto i carabinieri hanno dovuto smontare il deflettore d'aria e con una mano sollevare la sicura della vettura proprio perché il finestrino era abbassato per far circolare l'aria».

Perché ha parcheggiato in un posto riservato ai disabili?

«Non l'ho notato. Le strisce a terra sono poco visibili. Non ho visto il cartello. Era il punto più vicino all'ingresso, così potevo tenere sotto controllo l'auto con la bimba».

Ha comprato la torta per sua figlia?

«Una volta andati via dalla caserma siamo tornati nel centro commerciale. Ho acquistato un vestitino, del cibo e la torta per il suo compleanno. Era sorridente, come sempre, e mi ha aiutato a spingere il carrello. Le piace molto».

Come si sente ora?

«Sono preoccupato per le possibili conseguenze della denuncia. Mi hanno descritto come un criminale. Ho letto quel che è accaduto a Catania, di quel papà che ha lasciato il figlio di due anni in auto trovandolo morto dopo cinque ore. Io non ho abbandonato o dimenticato mia figlia. Vedere accostate le vicende mi fa rabbrividire. Forse ho commesso una leggerezza. Ma mia figlia stava bene e non ha corso alcun pericolo».

Matteo Vercelli

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