La colpa di Maurizio Loi è "gravissima", quella di Andrea Trudu minore ma comunque presente.

Così il pm Alessandro Pili, oggi in udienza nel processo sulla morte di Letizia Trudu, la bimba uccisa a 11 anni dalle eliche di uno yacht nel luglio 2015 a Santa Margherita di Pula, ha chiesto la condanna di entrambi quali responsabili di omicidio colposo: 4 anni e mezzo per Loi, comandante della barca, e 10 mesi per Trudu, padre della vittima.

Il primo non avrebbe rispettato le norme di sicurezza; il secondo avrebbe messo la bimba in una situazione di pericolo.

A inizio udienza ha testimoniato Trudu, il quale - commosso - ha ricordato quanto accaduto quel pomeriggio di tre anni fa. Lo yacht si era fermato davanti alla spiaggia e aveva mostrato la poppa alla riva. Gli ospiti a bordo, ragazze e ragazzi invitati a fare un giro tra le calette di Santa Margherita, si erano preparati a tornare a nuoto verso terra, all'altezza di viale Delle Sirene.

Poi i ragazzi e le ragazze si erano buttati in acqua per tornare a terra e la festa si era trasformata in dramma. Letizia Trudu era stata risucchiata e uccisa dalle eliche. Per il pm, Loi ha la responsabilità principale. Una "colpa gravissima", se i motori "fossero stati spenti la bimba non sarebbe morta". Trudu doveva "prevedere e prevenire" la disgrazia.

Il 28 novembre parleranno gli avvocati di parte civile e dei responsabili civili. Poi a dicembre sarà la volta dei difensori.
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