È fissata per mercoledì la manifestazione di protesta organizzata dal Comitato nato in difesa dell'ospedale di Ghilarza. Si richiede la riapertura immediata del pronto soccorso, chiuso ormai dai primi di novembre.

L'appuntamento, di fronte al presidio ospedaliero è dalle 10 alle 12, nel rispetto delle norme di sicurezza per il Covid.

"Al Comitato - spiegano i rappresentanti Raffaele Manca, Livio Deligia ed Immacolata Boeddu - non rimane altra scelta che quella di sollecitare tutti i suoi componenti, gli Amministratori locali e i Consiglieri Regionali dell'area provinciale a riprendersi la piazza per rinnovare la sollecitazione di riapertura del punto di primo intervento entro il mese di agosto e ribadire l'invito a dimettersi dall'incarico rivolto a tutti i sindaci del Guilcier e del Barigadu in scadenza di mandato, qualora neppure stavolta arrivi il risultato sperato".

Se la situazione non si sbloccherà si dimetterà per certo il sindaco di Ghilarza Alessandro Defrassu: lo ha annunciato venerdì sera in aula nel corso del Consiglio comunale convocato in seduta straordinaria ed urgente proprio per discutere della situazione dell'ospedale. Assemblea civica che si è conclusa con l'adozione di un documento.

Dal Comitato precisano: "Aspettiamo adesso di conoscere la decisione degli altri sindaci del territorio, a cominciare da quello di Paulilatino Domenico Gallus che, in qualità di consigliere regionale, riveste anche l'incarico di Presidente della Commissione Sanità e più degli altri, quindi deve caricarsi l'onere di una condivisione determinata e senza remore della lotta del territorio".

E sottolineano: "Il presidente e i componenti della Commissione Sanità del Consiglio regionale in occasione delle loro visita al Delogu e poi l'assessore alla Sanità Mario Nieddu avevano garantito come cosa fatta che a Ghilarza il Centro di Emergenza Territoriale, previsto dal Piano regionale di riorganizzazione della Rete Ospedaliera avrebbe ripreso speditamente il suo percorso costitutivo e il Pronto Soccorso, riconvertito in punto di primo intervento, sarebbe stato riaperto in tempi brevi". E aggiungono: "Alle parole non sono seguiti provvedimenti operativi di alcuna natura e la porta del Punto di Primo Intervento è ancora oggi provocatoriamente sbarrata. Anche l'impegno, più volte ribadito a vari livelli, di utilizzare prioritariamente a Ghilarza, nell'unico presidio d'urgenza in ambito regionale totalmente chiuso e sigillato da mesi, alcuni dei dirigenti medici appositamente formati per i servizi di Pronto Soccorso e del 118, minaccia di dissolversi rapidamente. Come se non bastasse, anche gli altri Ospedali di riferimento provinciale, il San Martino di Oristano e il Mastino di Bosa, continuano, inaccettabilmente, a svuotarsi di personale e a perdere servizi". La protesta e la mobilitazione quindi continuano.
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