Pugni, calci contro l'amico di tante serate.

Per quel pestaggio Giovanni Gianluca Cau, oristanese disoccupato di 42 anni, a giugno era finito in cella con l'accusa di lesioni gravissime e nei giorni scorsi è stato condannato a sei anni.

L'episodio risale alla notte del 10 giugno scorso. Una delle tante serate che i due uomini, entrambi senza fissa dimora e con una vita ai margini, trascorrono in giro nel centro cittadino.

I due litigano ed Eugenio Fadda, 50 anni, originario di Paulilatino, viene trovato gravemente ferito su un marciapiede in via Mazzini. Subito soccorso, ha gravi lesioni interne in particolare alla milza che infatti gli viene asportata dai medici del San Martino.

Nel frattempo gli agenti della squadra mobile della Questura (coordinati dal dirigente Samuele Cabizzosu) riescono a ricostruire quanto accaduto e Cau finisce in manette.

L'accusa è lesioni gravissime, il pm Valerio Bagattini contesta anche l'aggravante dei futili motivi dal momento che la lite sarebbe nata perché Cau era convinto che Fadda (parte civile con l'avvocata Manuela Cau) gli avesse rubato un caricabatterie per il telefonino e una pennina usb in cui teneva le foto della figlia.

Nei giorni scorsi si è chiuso il processo; il difensore di Cau, l'avvocato Silvio Sanna ha chiesto di procedere con rito abbreviato condizionato a una perizia psichiatrica.

Il perito però ha riconosciuto il quarantaduenne capace di intendere e di volere e così il processo è andato avanti.

Il pm ha chiesto una condanna a sette anni e due mesi, mentre la difesa sollecitava diverse attenuanti; alla fine la giudice Silvia Palmas ha condannato Cau a sei anni.
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